Ostinati e contrari, ma resilienti

Editoriale del numero di marzo 2017

Lo scorso 24 febbraio, era di venerdì, nel corso di una bella serata all’Hotel Rinascimento di Campobasso, al cospetto di una sala affollata, divertita e partecipe, Isabella Astorri e Giusy Morena, conduttrici della manifestazione, hanno assegnato il premio “Molisano Ostinato e Contrario” a Italo Testa, per l’impegno del quale ha dato prova, in difesa della sanità pubblica, come presidente del Forum che raggruppa associazioni e comitati che si oppongono allo smantellamento dei servizi di cura territoriali, per destinare sempre più risorse alla sanità privata.

Testa era seduto in fondo alla sala, e dopo l’annuncio che lo chiamava a ritirare la statuina lignea realizzata appositamente dall’artista campobassano Mario Serra per il premio ideato dalla nostra rivista, l’ha attraversata con la sua bella figura, mentre tutti si alzavano in piedi e lo applaudivano. Isabella Astorri lo ha accolto con un abbraccio affettuoso e riconoscente e con l’evocativa opera di Serra già in mano. Italo Testa si è schermito prendendo l’Astorri sotto braccio e poi, con un intervento intensissimo di cinque minuti più o meno, ha voluto sottolineare che il premio assegnatogli, in realtà, sarebbe dovuto toccare alle migliaia di cittadine e cittadini molisani che hanno organizzato assemblee, presidi e manifestazioni di piazza, per impedire il piano di riorganizzazione sanitario portato avanti dal Governo regionale di Paolo di Laura Frattura, orientato a favorire le aziende sanitarie private convenzionate, a scapito del servizio pubblico.

Ha voluto fare una precisazione forte anche sull’intitolazione del premio che gli è stato assegnato, Italo Testa. Ha rivendicato con forza l’ostinazione e la contrarietà del suo impegno, ma senza pregiudizi, senza partiti presi per casacca o per affiliazione. “Noi abbiamo avversato l’operato di questa Giunta regionale, ogni volta però entrando nel merito specifico delle decisioni che ha adottato. Per cultura e per formazione, io sono abituato al confronto delle posizioni, per trovare quella meglio rispettosa dell’interesse generale, del bene comune”, ha detto. E noi siamo d’accordo; lo siamo al punto di aver istituito per questa terza edizione del MOC, un premio ulteriore intitolato “Rigenerazione”, che abbiamo attribuito a soggetti pubblici e privati che operano in controtendenza, rispetto al degrado delle relazioni economiche, sociali e culturali che attraversa l’orditura del nostro tessuto comunitario.

Siamo e vogliamo essere resilienti, convinti che la mediocrità che avvelena il nostro Spirito Pubblico e lo avvilisce, dipenda dall’inadeguatezza della nostra classe dirigente (che troppo spesso viene confusa col ceto politico, il quale ne rappresenta una parte importante, decisiva, ma solo una parte); classe dirigente sono i quadri apicali della Pubblica Amministrazione, i rappresentanti dei sindacati e delle associazioni di categoria, i prelati e quelli “alti” in particolare, gli insegnanti e i giornalisti i quali, nella nostra piccola, tenera e marginale regione, non sono messi nella condizione strutturale, tecnica, per svolgere il delicato e difficile compito che gli compete.
La resilienza è la capacità di rispondere agli eventi traumatici, alle situazioni di criticità, con energia rivolta a soluzioni creative e d’innovazione.

Il Molise, rispetto all’orizzonte cupo che ne minaccia la sopravvivenza istituzionale e che attenta addirittura all’impianto della sua cultura identitaria, ha una sola possibilità: quella di dar vita a una rivoluzione giovanile e sorridente, pacifica e solidale,  basata sulla cultura, la ricerca e l’innovazione, che sappia rompere il recinto ammorbante e provinciale del “molisolamento”, definendo la fisionomia di un modello di sviluppo capace di tutelare e valorizzare i suoi territori più interni, con iniziative inedite e d’impatto “glocale”.
E’ un progetto difficile e ambizioso, ne siamo consapevoli, al quale però lavoriamo con la resilienza di cui siamo capaci, ma soprattutto con quella che riusciamo a suscitare, col progetto culturale al quale lavoriamo.

Antonio Ruggieri75 Posts

Nato a Ferrazzano (CB) nel 1954. E’ giornalista professionista. Ha collaborato con la rete RAI del Molise. Ha coordinato la riedizione di “Viaggio in Molise” di Francesco Jovine, firmando la post—fazione dell’opera. Ha organizzato e diretto D.I.N.A. (digital is not analog), un festival internazionale dell’attivismo informatico che ha coinvolto le esperienze più interessanti dell’attivismo informatico internazionale (2002). Nel 2004, ha ideato e diretto un progetto che ha portato alla realizzazione della prima “radio on line” d’istituto; il progetto si è aggiudicato il primo premio del prestigioso concorso “centoscuole” indetto dalla Fondazione San Paolo di Torino. Ha ideato e diretto quattro edizioni dello SMOC (salone molisano della comunicazione), dal 2007 al 2011. Dal 2005 al 2009 ha diretto il quotidiano telematico Megachip.info fondato da Giulietto Chiesa. E’ stato Direttore responsabile di Cometa, trimestrale di critica della comunicazione (2009—2010). E’ Direttore responsabile del mensile culturale “il Bene Comune”, senza soluzione di continuità, dall’esordio della rivista (ottobre 2001) fino ad oggi. BIBLIOGRAFIA Il Male rosa, libro d’arte in serigrafia, (1980); Cafoni e galantuomini nel Molise fra brigantaggio e questione meridionale, edizioni Il Rinoceronte (1984); Molise contro Molise, Nocera editore (1997); I giovani e il capardozio, Nocera editore (2001).

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