Se Iorio si candida, rompiamo l’alleanza

In esclusiva per i nostri lettori, uno stralcio dell’intervista con Massimo Romano (coordinatore del movimento “Coscienza civica”) pubblicata sul numero de Il Bene Comune di ottobre

di Paolo Di Lella

Centrodestra diviso sulla candidatura di Iorio che ha scoperto le carte e si è candidato; per il centrosinistra Frattura non ne vuole sapere di fare un passo indietro e nel frattempo c’è Di Pietro che dice di stare con l’Ulivo 2.0. In tutto ciò Patriciello aleggia come uno spettro su entrambi gli schieramenti; Le chiedo un commento a questa breve premessa e poi magari accenniamo anche ad una sua eventuale collocazione.
Una grande confusione che in realtà non è molto diversa come situazione rispetto all’andazzo di tutta questa legislatura; io credo che sia la peggiore Legislatura della storia recente, per lo meno di quella di cui ho memoria, perché è stata caratterizzata dalla più totale assenza di pianificazione delle attività sia legislative e sia amministrative, caratterizzata da un tradimento plateale del mandato elettorale. Ho letto che Frattura proporrà un report per dire le cose che ha realizzato, ci divertiremo molto, ma andremo a confrontare le cose che a suo dire costituiscono obiettivi della legislatura con le promesse fatte in campagna elettorale; ha fatto l’esatto contrario. Detto ciò, se Sparta piange non mi sembra che Atene possa ridere, perché credo che anche se ha brillato per negatività l’azione del Governo regionale, altrettanto inesistente è stata l’opposizione, fatte salve alcune iniziative lodevoli. Mi pare che questa legislatura si possa ricordare, oltre che come la peggiore della storia del Molise, anche come la prova provata del fallimento del Movimento 5 Stelle che aveva davanti un’autostrada per poter affermare anche una diversità sostanziale rispetto tanto al vecchio tra virgolette Iorio, quanto al nuovo (vecchio) Frattura. Invece mi sembra che abbia brillato per inutilità sul piano istituzionale.

se Sparta piange non mi sembra che Atene possa ridere, perché credo che anche se ha brillato per negatività l’azione del Governo regionale, altrettanto inesistente è stata l’opposizione, fatte salve alcune iniziative lodevoli

E perché è accaduto? E’ stata semplicemente la mancanza di stoffa politica e di esperienza?
No, io penso che quello sia un alibi che loro provano a cucirsi addosso per fare la parte dei poveri ragazzi che sono arrivati nelle istituzioni senza esperienza. Secondo me l’atteggiamento è doloso non è colposo; c’è un motivo per il quale in particolare i due portavoce regionali si sono qualificati come delle nullità, politicamente parlando. Da un lato la vicenda del ricorso elettorale, ancora non hanno spiegato come sia stato possibile che proprio loro due hanno cambiato residenza alla vigilia della notificazione del ricorso elettorale, fatto strano che avrebbe richiesto perlomeno un chiarimento in termini pubblici; dopodiché ci può stare che proprio loro due, proprio la notte prima del ricorso hanno deciso di cambiare residenza, non lo metto in dubbio, però magari avrebbero potuto spiegare – cosa che non hanno ancora fatto – e dire chi gliel’ha suggerito, perché magari da lì si sarebbero capite alcune cose.

Che sia stato l’avvocato Di Pardo?
Questo ce lo diranno loro eventualmente. Posso dire che è una scelta processuale che può essere discutibile anche se molto efficace politicamente, però ha un significato molto chiaro. Detto questo io mi limito a registrare che i 5 Stelle hanno taciuto praticamente su tutto, non c’è stata una questione rispetto alla quale si sono fatti promotori o rispetto alla quale abbiano sviluppato un’azione di sensibilizzazione sociale: continuano ancora oggi a marcare una alterità rispetto agli altri gruppi esclusivamente per il fatto, certamente meritevole, che si riducono lo stipendio, che però francamente mi sembra un po’ poco a fronte del fatto che si ritrovano al volante di un’auto che viaggia al 30% dei consensi a livello nazionale. Mi sembra che qui stiano obiettivamente sfigurando e questo non lo dico per ridicolizzarli o colpevolizzarli, è chiaro che non è che mi aspettassi una posizione feroce da parte di chi magari è in Consiglio regionale da 35 anni o da chi ha con rispetto parlando, più di 70 anni, ma l’aspettativa che c’era da parte di chi guarda la politica tendenzialmente in maniera disinteressata, era che i 5 Stelle metaforicamente buttassero le molotov nel pantano stagnante della politica, invece si sono ritrovati a stare sempre dall’altra parte della barricata.

 l’aspettativa che c’era da parte di chi guarda la politica tendenzialmente in maniera disinteressata, era che i 5 Stelle metaforicamente buttassero le molotov nel pantano stagnante della politica, invece si sono ritrovati a stare sempre dall’altra parte della barricata

Finiamo il giro dei pretendenti: c’è in ballo questa operazione messa in campo da Ruta e Leva dopo aver architettato il piano geniale che ha portato Frattura al governo regionale: dicono che sono pentiti, lei ci crede?
I due deputati in passato li ho ribattezzato non ricordo se il gatto e la volpe o Totò e Peppino, comunque fuori dallo scherzo, ho più di un motivo per pensare per il loro trascorso politico che non abbiano mai fatto scelte romantiche o di cuore, però allo stesso tempo dico che il “ravvedimento operoso” che hanno avuto nei confronti di Frattura non può essere scagionarli dalle loro responsabilità. Per quanto mi riguarda, ovviamente lo vedo di buon occhio e mi auguro che tengano il punto fino alla fine; in questo senso aspetto che ci dicano qual è la proposta politica che ritengono di fare in uno schema di ricomposizione di forze democratiche che intendono superare il “fratturismo”. Secondo me bisogna farci i conti con loro, quindi da questo punto di vista vediamo quello che succede.

E la presa di posizione di Di Pietro le sembra lineare?
No. Di recente è morto un gigante del cinema italiano Gastone Moschin, il famoso Melandri di Amici Miei; bene, commemorando questa figura e in suo onore mi sembra che la posizione di Di Pietro si possa definire una supercazzola. Prima ha detto che era disponibile a concorrere come federatore del centrosinistra, poi ha detto che non è disponibile, ma non è tanto questo cioè il fatto che abbia prima detto di si e poi di no: la motivazione per la quale ha detto di no è perché dice che non gli interessano le primarie perché non essendo iscritto al Pd, ma se si parla di primarie di coalizione è notorio che non è richiesta la tessera di partito; non capisco come non si possa stigmatizzare quella che appunto mi sembrava una supercazzola di Di Pietro. Fondamentalmente, in questi cinque anni non solo è stato zitto, ma ha avallato tutte le scelte più vergognose del Governo regionale e non voglio nemmeno polemizzare con la figura del figlio, preferisco parlare del padre, però proprio parlando del padre anche nel suo caso se c’è un ravvedimento operoso cioè se ha capito che quella esperienza è fallimentare, a quel punto deve coerentemente prenderne le distanze; e come si prendono le distanze? Con il voto in Consiglio regionale, cioè prendendo posizione contraria rispetto ad alcune decisioni legislative o amministrative che vanno verso un interesse contrario rispetto a quello auspicato. Vogliamo parlare della sanità? Come si fa a votare in Consiglio regionale come pure hanno fatto prima della chiusura estiva contro la decisione di sollevare il conflitto di attribuzione alla Corte Costituzionale? Lì non si tratta di difendere il centrosinistra…

(su Il Bene Comune di ottobre, l’intervista integrale)

Paolo Di Lella100 Posts

Nato a Campobasso nel 1982. Ha studiato filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Appena tornato in Molise ha fondato, insieme ad altri collaboratori, il blog “Tratturi – Molise in movimento” con l'obiettivo di elaborare un’analisi complessiva dei vari problemi del Molise e di diffondere una maggiore consapevolezza delle loro connessioni. Dal 2015 è componente del Comitato scientifico di Glocale – Rivista molisana di storia e scienze sociali (rivista scientifica di 1a fascia), oltre che della segreteria di redazione. Dal 2013 è caporedattore de Il Bene Comune e coordinatore della redazione di IBC – Edizioni. È autore del volume “Sanità molisana. Caccia al tesoro pubblico”. È giornalista pubblicista dal 2014

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