Giornalismo, glocalismo, provincialismo/Succede ad Amburgo poi accade in Molise
Se il prezzo dello zucchero sale di 10 centesimi o della benzina di 2, può essere che una siccità abbia devastato piantagioni in Brasile e che qualcosa sia successo a Riad o a Teheran. Questo per dire che nel mondo globalizzato tutto si tiene e che la stampa deve essere attenta a segnalare l’interdipendenza sempre più accentuata di fenomeni ed eventi economici, culturali e politici. Per segnalarne uno imminente, sabato e domenica prossimi 8/9 dicembre, 1001 delegati della CDU si troveranno ad Amburgo per un congresso che segnerà l’inizio del dopo Merkel. Tre i candidati alla sua successione: Annegret Kramp-Karrenbauer, nella foto in alto, (detta AKK e “mini-Merkel”), europeista favorevole all’unione fiscale e all’esercito europeo, come Macron; l’ex capogruppo al Bundestag Friedrich Merz, che pare nutra simpatie “sovraniste” e il giovane conservatore, ministro federale della Salute Jens Spahn. E’ chiaro che chi riceverà l’eredità della Kanzlerin avrà una forte influenza sugli equilibri che si formeranno post elezioni europee. Con effetti che ricadranno di sicuro in Italia (e in Molise).
Dall’evento di Amburgo, che troverà ampia eco sui quotidiani nazionali e internazionali, colgo uno spunto di riferimento alla stampa regionale che all’informazione “esterna” dovrebbe, a mio giudizio, offrire uno spazio, limitato ma significativo, dedicato a quanto accade in Italia, in Europa e all’estero. Lo credo per tre motivi fondamentali. Il primo è quello del rinnovamento che i quotidiani, cartacei in primis, devono necessariamente affrontare per sopravvivere. Il secondo sta nel continuo aggiornamento cui non può sottrarsi il giornalismo locale: un giornale di provincia deve essere attento a non essere provinciale, deve anzi combattere il provincialismo allargando gli orizzonti dei suoi lettori oltre i campanili. Chiamiamolo pure giornalismo glocalista. Il terzo motivo è che noi giornalisti abbiamo perso il monopolio dell’informazione: cosa che rende più impegnativa ma anche più importante una professione da difendere in ogni caso dagli attacchi che subisce da chi la vorrebbe meno indipendente.
Giuseppe Tabasso366 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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