Anche dal Molise: sì al sindaco di Riace no al decreto Salvini

di PLC sezione Molise

Non passi inosservata la bellissima manifestazione che vi è stata di recente a Campobasso dove si è potuta ascoltare “dal vivo” l’esperienza del Sindaco di Riace Domenico Lucano e del suo modello sociale di accoglienza che aveva, nel contempo, rivitalizzato il suo paese e affermato gli elementari principi di umanità.

Un’esperienza eroica, ed anche commovente, considerate le difficili condizioni create dal sistema capitalistico che si combinano con la infame istigazione all’odio contro i migranti, cavalcata in particolare dalle destre con la complicità del M5S, fondata sulla falsa equazione migrante uguale delinquente o terrorista.

Tutti i sindaci del Molise dovrebbero prendere esempio dal sindaco Lucano, anziché correre dietro al populismo reazionario, un inganno delle destre che mentre parlano “in nome e nell’interesse del popolo”, con le loro politiche proteggono solo l’interesse dei magnati e del potere, spingendo verso il regresso civile e sociale, dai diritti dei lavoratori a quelli delle donne, alla repressione antidemocratica. Mentre il sindaco Lucano sta subendo una assurda sospensione dalle funzioni grazie alla farsa giudiziaria dove in sostanza lo si accusa di “essere umano” al di là del paravento tecnico-giudiziario utilizzato come pretesto, la borghesia ‘ndraghetista imperversa impunita in quelle terre (tanto più che Salvini si vantava proprio di affermazioni fatte da mafiosi che inveivano contro Lucano).

Ci si chiede: perché tanto accanimento repressivo delle destre al potere contro un sindaco, forse l’unico in Italia, che gestisce bene la res pubblica, nel puro interesse delle classi lavoratrici, degli oppressi di ogni colore? La risposta, oltre il sindaco Lucano, l’hanno data alla manifestazione popolare del 16 febbraio scorso contro il Decreto Insicurezza di Salvini: un’accoglienza seria ed efficiente ed il conseguente civile vivere comune tra lavoratori migranti e lavoratori italiani, anche nel Molise, toglierebbe alle destre il mare dove nuota dell’attuale rozza propaganda antimigranti, finalizzata a coprire il vero nemico da sconfiggere, cioè la dittatura di una minoranza di capitalisti che continua ad impoverire il resto della società, ed il suo sistema, che genera solo guerre e miserie dalle quali si originano anche i flussi migratori.

Il Decreto Salvini, nato sulla grande fanfara sulla fantomatica crisi migratoria, oltre ai profili di incostituzionalità già rilevati da molti giuristi, renderà solo più diffusa la clandestinità, quindi vi sarà più manodopera per il lavoro nero, per la piccola criminalità, per il super sfruttamento; i migranti e le migranti si troveranno in un vicolo cieco. Ridicola è poi la “verifica” della richiesta di “protezione manifestamente infondata”: è solo la traslazione normativa di un concetto razzista. Come si può mai verificare se una persona migra per ragioni manifestamente infondate? Da immemorabile i popoli migrano verso altre terre nella speranza di una vita migliore quando sono oppressi da fame, miseria, guerre e religioni fanatiche.

Solo chiusure, prigioni a cielo aperto, negazione della dignità che comunque non potranno mai fermare la storia dell’umanità. Le sanzioni penali gravi per il blocco stradale o il DASPO urbano per ragioni di “decoro”, non riguardano il divieto a disturbare la quiete pubblica, ma sono solo l’ennesimo pretesto per attaccare forme di lotta dei lavoratori e degli oppressi, i diritti di opposizione sociale. Non permettiamo la criminalizzazione dei migranti e la repressione del dissenso sociale. 

Per questo bisogna dare vita ad un grande movimento di lotta, anche dal Molise, che unisca lavoratori italiani e stranieri, per ottenere l’abrogazione immediata del decreto Salvini, i canali umanitari e la giusta accoglienza, contro la mafia bestiale degli scafisti e degli sfruttatori italiani del lavoro nero. Solo l’unità delle lotte dei lavoratori italiani, europei e migranti potrà costruire una nuova organizzazione economica e sociale per la gestione collettiva dei grandi mezzi di produzione, dove tutti possano lavorare con dignità, e vivere in pace a prescindere dal colore della pelle.

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