Sanità, a Larino Consiglio Comunale aperto agli interventi dei cittadini

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di Annamaria Di Pietro

Nell’ambito della generale mobilitazione di comitati e cittadini uniti nella battaglia per la sanità pubblica, il “Comitato Basso Molise per il Bene Comune”, qualche giorno fa, ha fatto richiesta all’Amministrazione comunale della città frentana di un Consiglio monotematico, svoltosi nella serata di ieri, proprio per trovare soluzioni comuni circa l’annoso problema che attanaglia la nostra regione; una richiesta a cui hanno aderito, solo in un secondo momento, anche i Consiglieri di minoranza.

Purtroppo, come spiegato dal Sindaco Giuseppe Puchetti, per questioni di tempistica, l’assise ha visto l’inserimento di un altro punto all’ordine del giorno, quello riguardante il progetto “Sviluppo turistico lungo i Tratturi Molisani” che ha visto l’adesione di 62 comuni, tra cui anche Larino, e che è finanziato dal Governo nell’ambito del CIS, il Contratto di Sviluppo Istituzionale.

Dopo la discussione e la votazione di questo punto, poiché l’assise era aperta agli interventi dei cittadini, il Presidente del Consiglio Antonio Vesce ha ritenuto opportuno votare circa l’ordine da seguire, per stabilire se far parlare prima i cittadini o i consiglieri di minoranza; si è deciso per la seconda opzione. Ha preso così la parola il Consigliere di minoranza Vito Di Maria, che ha riassunto le criticità riguardanti l’ex Vietri, sottolineando “l’emorragia” relativa alla chiusura di reparti e alla sospensione e riduzione di servizi; ha poi ricordato le due proposte della minoranza, a dire il vero alquanto “antitetiche”, visto che una riguardava un progetto di sanità privata, mentre l’altra consisteva in una mozione per la sanità pubblica, poi recepita con un emendamento dalla maggioranza.

Subito dopo, non senza qualche titubanza circa l’ordine degli interventi deciso prima, è intervenuta Dilma Baldassarre, portavoce del “Comitato Basso Molise per il Bene Comune”, la quale ha dichiarato: “La trasformazione del nosocomio frentano in “Casa della Salute” ha portato numerosi disagi e, con frequenza quotidiana, i cittadini dell’intera area sono costretti a intraprendere viaggi della speranza fuori regione per potersi curare e questo incremento della mobilità passiva incide pesantemente sull’aumento del debito pubblico regionale. Il Piano Operativo Sanitario 2015/2018, pur essendo legge dello Stato, non è stato applicato. Alla luce di questo, chiediamo al Sindaco, massima Autorità Sanitaria Locale, di intraprendere un’azione legale, anche in concerto con gli altri sindaci del Basso Molise, in particolare quelli dell’area del cratere sismico, per pretendere quanto previsto nel POS 2015/2018, cioè i 40 posti letto per RSA e Chirurgia Ambulatoriale Complessa di Oculistica e tutto quanto in esso contenuto; di condividere le richieste del Comitato già sottoposte al Ministro della Sanità e ai Commissari Giustini e Grossi, cioè l’apertura di un Punto di Primo Intervento al Vietri, il potenziamento del Reparto Iperbarico con la gestione delle emergenze e, considerati i sempre più frequenti casi oncologici nel nostro territorio, l’insediamento di un reparto specialistico che possa diventare polo di riferimento regionale di Oncologia Chirurgica, con trattamento terapeutico post operatorio”.

Il Dottor Italo Testa, sulla scia degli altri numerosi interventi fatti un favore della sanità pubblica, ha spiegato chiaramente che gli ospedali molisani fino a un certo periodo hanno funzionato benissimo, poi se ne è decisa la chiusura perché la Regione Molise ha preferito fare convenzioni con le due strutture private Cattolica e Neuromed, che hanno drenato soldi pubblici. Ha detto: “Mi sono riletto le carte e vi posso dire che gli ospedali di Larino e Venafro, prima di essere chiusi, avevano una mobilità attiva! Quindi, c’è stata una volontà politica che ha favorito la sanità privata. Non dimentichiamo, però, che i privati sono delle aziende con il bisogno di crescere e per farlo hanno necessità di denaro. Ormai, la sanità privata sta sostituendo quella pubblica!”.

L’Avvocato Oreste Scurti, del Comitato di Isernia, dopo aver ricordato il trasferimento del reparto di Senologia da Isernia a Campobasso, ha rimarcato quanto detto durante il Forum dei Comitati per la Sanità e cioè che il problema sanitario è di matrice politica. Ha affermato: “Durante le campagne elettorali, tutti promettono di riaprire gli ospedali, ma poi non fanno nulla. Per la riapertura del Vietri basterebbe un provvedimento. Non c’era bisogno dei Commissari, visto che non hanno migliorato le sorti, ma stanno chiudendo sempre più reparti! Ci hanno detto che noi molisani abbiamo diritto a mezzo ospedale e che per la Neurochirurgia dobbiamo recarci a Teramo, poiché i nostri ospedali non ci danno sicurezza. Allora, fino a ieri abbiamo rischiato? Ho chiesto a Toma come mai pur essendo cambiato l’assetto politico, la gestione è sempre la stessa. Non ho ottenuto risposte soddisfacenti. Sosto è andato via, ma non basta, perché chi ha sbagliato deve prendersi le proprie responsabilità. La politica deve fare il suo dovere e la magistratura deve indagare e punire chi ha sbagliato! Quello alla salute è un diritto fondamentale e la morte anche di una sola persona è una sconfitta! Bisogna rivedere tutta la politica sanitaria!”.

L’intervento di Andrea Greco, esponente dei 5Stelle, ha concentrato l’attenzione sui soldi che vengono sottratti alla sanità pubblica in favore di quella privata. Ha dichiarato: “I 5Stelle hanno studiato soluzioni e bilanci per capire cosa succede con la gestione dei nostri soldi. La Regione Molise si occupa in maniera diretta della Cattolica e della Neuromed per quanto riguarda l’aspetto economico. Ma quanti soldi si spendono per curare i cittadini molisani? Bisogna sottolineare un dato pazzesco: la Neuromed riceve dalla Regione Molise, in base a un contratto stipulato dal governo Frattura, 32 milioni di euro per curare pazienti provenienti da altre regioni. Dunque, si tratta di una falsa mobilità attiva, poiché i soldi vanno nelle tasche dei privati! Inoltre, la Regione Molise anticipa questi soldi e non aspetta che le altre regioni paghino, come invece succede per esempio nel Lazio, dove, pur essendoci strutture all’avanguardia, che offrono servizi unici, si pagano le prestazioni ricevute da pazienti provenienti da fuori, solo dopo aver ricevuto i soldi. Ma la sanità pubblica può essere risanata uscendo dal piano di rientro, recuperando i soldi dati alla Neuromed per le cure offerte a coloro che vengono da altre regioni. In questo modo, uscendo dal commissariamento, il Decreto Balduzzi non sarebbe più prescrittivo”.

Dopo l’intervento di Nicola Felice, rappresentante del Comitato San Timoteo, che ha posto l’accento sulla necessità, vista l’attuale crisi di Governo, di combattere a livello comunale e regionale, è stata la volta di Anna Rita De Notariis, del “Comitato Basso Molise per il Bene Comune”, la quale si è appellata alle coscienze degli amministratori, in primis del Sindaco, spronando ad agire per il territorio del Basso Molise, dove è concentrata la maggior parte della popolazione. Ha dichiarato: “Svestite i panni della politica! Certo, non ci aspettiamo che il Vietri torni all’antico splendore, ma tenete conto del documento che abbiamo presentato!”. Margherita Mancini, da sempre in prima linea nella battaglia per la sanità pubblica, ha invece spiegato come il problema sia partito già con l’istituzione dell’intra moenia, una soluzione che permetteva al paziente di scegliere tra cure pubbliche e prestazioni private che, dietro pagamento, venivano comunque erogate nella struttura pubblica. Ha spiegato come la sanità pubblica sia stata smantellata volutamente per trasferire tutto alle strutture private. “Hanno chiuso il Vietri- ha detto- “anche opponendosi a sentenze esecutive! Carmine Ruta, che aveva trovato una soluzione, è stato rimosso, non dimentichiamolo!”.

Aida Trentalance ha ribadito quanto detto negli incontri precedenti, dicendo che il Molise rappresenta un laboratorio per la privatizzazione, sottolineando lo squilibrio eccessivo tra pubblico e privato, dove il privato non fornisce garanzie in quanto sceglie chi curare e, infatti, le strutture private non hanno un Pronto Soccorso perché comporta costi eccessivi. Infine, ha dichiarato la necessità che i sindaci si uniscano per trovare una soluzione comune.

Dopo gli interventi esterni, hanno preso la parola i consiglieri di minoranza. Franco Rainone ha avversato le proposte del Comitato Basso Molise, ritenendole impossibili e vedendo uno spiraglio solo per l’Oculistica; ha poi dichiarato che l’unica salvezza per la sanità molisana è rappresentata da un Ospedale Unico, pubblico o privato. Infine, Graziella Vizzarri ha detto: “In fondo, le richieste del Comitato non si discostano molto dalla mozione presentata dalla minoranza in maggio. Anzi, colgo l’occasione per chiedere al Sindaco a che punto sia l’emendamento che ha recepito proprio quella mozione”.

Il Sindaco, concludendo l’assise, ha dichiarato: “Dietro i problemi della sanità pubblica c’è un preciso disegno politico. Più volte mi sono recato nelle sedi competenti per chiedere di rivedere le esigenze del nostro territorio. Nel Basso Molise c’è necessità di 300 posti letto. Bisogna spostare le risorse dal comparto pubblico a quello privato! Io l’ho già chiesto, ma i vertici ASREM mi hanno risposto che non è possibile. Ora, facendomi portavoce anche della volontà dei sindaci del Basso Molise, chiederò che l’ex Vietri diventi una sede distaccata del San Timoteo di Termoli. Questa proposta sarà integrata nella mozione richiesta dalla minoranza il 3 maggio scorso, recepita in quell’emendamento che, comunque, sta facendo il suo corso. Altra cosa fondamentale è che noi sindaci dobbiamo conoscere il nuovo POS, di cui, però, non sappiamo nulla.”

Insomma, un Consiglio Comunale che, vista la grande partecipazione dei cittadini, ha chiarito, grazie ad alcuni interventi, le dinamiche che hanno portato allo sfacelo la sanità pubblica molisana. Forse, però, la mozione di cui hanno parlato la consigliera Vizzarri e il Sindaco andava esposta, visto che non tutti la conoscono. Ora, ci si aspetta che alle belle parole seguano i fatti, con un’azione concreta, comune e, soprattutto, che vada nella stessa direzione.

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