L’integrazione privato-privato

di Massimo Romano da Facebook

Il Molise si conferma laboratorio nazionale per i più audaci, fantasiosi e, ovviamente, fallimentari esperimenti sociali: siamo precursori, dettiamo tendenze e anticipiamo le mode. È stato così, ad esempio, per il Patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi del gennaio 2014, sperimentato in vitro in Molise, con successo, esattamente un anno prima con l’accordo Frattura-Patriciello per le regionali 2013. Per capire che tempo farà bisogna guardare il meteo. Per capire dove va la società moderna, bisogna osservare la classe dirigente molisana.

Prendiamo la sanità. A trent’anni dalla riforma del Servizio sanitario nazionale (d.lg. 502/92) in Italia si discute, finalmente, dell’efficienza del sistema pubblico-privato, essendo ormai lampanti i disgraziati effetti che ha determinato lo smantellamento delle strutture pubbliche. E mentre da più parti (vedi Gino Strada in Calabria) si lavora per ripristinare la centralità della sanità pubblica lasciando al privato soltanto l’alta specialità, in Molise veleggiamo verso ben altri orizzonti: il futuro è nell’integrazione tra privato e privato, anche, anzi soprattutto nelle cure ordinarie.

L’ipotesi Vietri-Neuromed, nottetempo archiviata e sostituita con quella Gemelli-Neuromed è il primo banco di prova. In un momento nel quale scoppiano le terapie intensive, e siamo ancora lontani dal picco della seconda ondata, tutti gli sforzi, compresi quelli dei cronisti locali (sui quali va steso doverosamente un velo pietoso), sono concentrati su una decina di posti letto per paucisintomatici (non c’entra niente il covid-hospital, quindi), cioè il più ordinario dei livelli di trattamento sanitario nel quadro pandemico. In un anno, il sistema pubblico non è riuscito a garantire neppure questo.

A questo punto è veramente tutto chiaro. Resta solo da capire a cosa serva un sistema istituzionale che governa il settore sanitario e prevede: 1) la struttura commissariale (commissario e sub commissario, 25 mila euro al mese); 2) l’advisor Kpmg (1,5 mln/anno da circa dieci anni); 3) il tavolo tecnico dei ministeri della salute e dell’economia; 4) la regione; 5) il presidente della regione-capo della protezione civile; 6) la asrem.

Dimenticavo: 7) il commissario straordinario covid designato dal commissario ad acta.

 

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