Il caso Sangiuliano/L’autorevolezza della politica e un governo da rifare

Eravamo tutti orgogliosi che al figlio di una molisana, fosse stata affidata la cura dei beni culturali più imponenti del mondo e invece….

La Meloni teneva molto a dimostrare che la destra può competere con la famosa egemonia culturale della sinistra e invece….

Il caso Sangennaro è stato un drammatico flop che ci addolora sotto il profilo umano. Ah, quelle lacrime dopo la sbandata. L’ex Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, glielo aveva detto da vecchio compagno di scuola: «Genny, fare il ministro non è cosa pe’ te. Lievt a miez». Ma figuratevi.

Le prime avvisaglie si ebbero quando Genny confuse Cristoforo Colombo con Galileo Galilei, Londra con New York e quando sostenne che Dante Alighieri aveva fondato la destra. Ci si accorse così che la cultura italiana era capitata nelle scombinate mani di Gennaro Sangiuliano, che da vicedirettore di Libero e direttore del TG2 era denominato Giuliano Sangennaro.

Su Instagram l’elegante penna di Vittorio Feltri finge di dolersi e commenta: “Gennaro s’è fatto fottere dalla pucchiacca”. Giuliano Ferrara, analista insigne, scrive: “L’affaire Boccia-Sangiuliano è l’ennesima tragicommedia dai contorni rosa che tiene incollati i lettori e sgonfia di autorevolezza la politica nostrana. Un ministro che ha trasformato la sua funzione in commedia all’italiana.”

Una commedia con dama bionda e 31 mila follower, foto di Genny senza fede nuziale, occhiali con telecamera, gole profonde, complotti, ricatti, altro che Dio, Patria e Famiglia. Governo Meloni? Tutto da rifare.

Postilla – Come segnala “primonumero”, in questa triste vicenda spunta perfino la solita Aida Romagnuolo che dicendosi legata a doppio filo con Genny è riuscita a soffiargli un “incarico fiduciario per le aree interne montane” a 20 mila euro l’anno. Alzi la mano chi ha capito cos’è e a cosa serve questo incarico, che ora decadrà lasciando senza stipendiuccio la povera “pasionaria”. Serve ora scovare altri “doppi fili”.

Giuseppe Tabasso360 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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