Se Isernia galleggiasse verso l’Abruzzo

Molti di coloro che amano il Molise pure da lontano lo apprezzano per una serie di pregi, convenienze, buone creanze, niente saluti romani e liturgie fascista. C’è chi scommette che prima o poi, la regione proromperà come una specie di underdog.

Non mancano però quelli che vedono un Molise maglia nera, marchiato dal complesso di Calimero, il “pulcino piccolo e nero”, addirittura destinato a lenta e fatale estinzione.

La consueta analisi del Censis sugli italiani del 2024 ha rilevato che il nostro Paese e stati colpito da una strana e collettiva “sindrome da galleggiamento”.

E’ una sintomatologia nazionale facile da imputare alla politica, ma se scendiamo a livello molisano il galleggiamento potrebbe essere attribuito ai 5 mila cittadini di Isernia e provincia che hanno deciso di staccarsi dal Molise per passare – loro dicono tornare – all’Abruzzo con tanto di Referendum.

Si tratta insomma di uno scambio d’identità, di ribattezzare 80 mila cittadini pentri, di acquisire una fratellanza abruzzese e di ripudiare una cuginanza molisana durata 60 anni.

A un vecchio “cugino” come il sottoscritto questo ipotetico tramutamento pentro nel favoloso mondo abruzzese fa sgorgare qualche lacrimuccia, ma anche risentimento, specie se si considera l’ignominia di vedersi sgraffignare ben 80 mila conterranei su 290 mila. Un colpo, questo sì fatale, che nel giro di qualche anno porterebbe la regione sotto i 200 mila abitanti. E quindi in articulo mortis.

Il sindaco di Isernia, Piero Castrataro, uno che non galleggia e predilige il dialogo, dice che “dividere non è una soluzione”. Dichiarazione di grande saggezza per calmare bollenti spiriti. Rimane tuttavia il sospetto di un dispetto politico.

Quanto alla suddetta lacrimuccia, mi sovviene una lontana reminiscenza al tempo degli Alleati che a guerra non ancora finita fecero reggere le sorti del Molise a Ferdinando Veneziale, aventiniano e oppositore del fascismo. Suo padre Gabriele fu deputato all’epoca di Giolitti e i suoi figli, Gabriele (consigliere regionale) e Marcello due volte Presidente della Regione.

Isernia vanta la memoria di questa sua “aristocrazia politica”. E’ un peccato svenderla giusto per vedere l’effetto che fa.

Giuseppe Tabasso372 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

0 Comments

Lascia un commento

Login

Welcome! Login in to your account

Remember me Lost your password?

Lost Password