Molise rimosso ed oscurato. Da Giovanni Ciampitti a Nicola Crapsi. Un errore grave!

Il 1 settembre del 1946 su convocazione dell’On. Giovanni Ciampitti, Deputato all’Assemblea Costituente, si tenne ad Isernia un incontro con tutti i Sindaci del Circondario per esaminare all’indomani del dopoguerra la grave crisi economia e sociale che assillava le popolazioni molisane. Al termine della manifestazione venne condivisa unanimemente la relazione svolta dall’avv. Ciampitti e venne approvato un ordine del giorno che tracciava per la prima volta il percorso per ottenere sia l’autonomia regionale che l’istituzione della provincia di Isernia, ponendo una pietra miliare in termini storici sul percorso che si concluse positivamente nel 1970 con il coronamento di tutti gli obiettivi prefissati.

Purtroppo l’involuzione istituzionale degli ultimi anni con la legge Delrio sulla soppressione delle province, i tagli draconiani ai trasferimenti statali ai comuni, lo svuotamento politico delle regioni, l’abbandono della Questione Meridionale e la crisi di ogni forma di rappresentanza, ha riavvolto il nastro della storia rendendo vane le conquiste democratiche del 1945-1970. Su questi temi sarebbe stato opportuno riflettere anche emblematicamente sempre ad Isernia e magari nella stessa data di quel 1 settembre del 1946 per condividere con tutti i Sindaci della Provincia una strategia di medio termine che superi il tatticismo di corto respiro di questa fase priva di pensieri lunghi.

Prendo atto che questa proposta anticipata il 22 luglio scorso è sospesa nel limbo ma non per questo bisogna rinunciare a promuovere un confronto crudo sul calo demografico, ripresa dell’emigrazione, taglio dei servizi essenziali, assenza di prospettive di sviluppo, crisi della rappresentanza e inefficacia dell’azione istituzionale. Così come non si può rimanere in silenzio al cospetto di una revisione sul profilo politico e sindacale di Nicola Crapsi, anticipata il 27 luglio scorso da uno dei principali quotidiani locali. Amareggia la solitudine culturale in cui è rimasta confinata la figura di una dei migliori dirigenti molisani del PCI e della CGIL, ma proprio per questo sarà utile riaffermarne pubblicamente la funzione a servizio di braccianti, operai, contadini, umili e deboli, anche a costo di essere arrestato, discriminato, perseguito, isolato e contrastato.

Per i senza terra del Molise non esistevano alternative alla genuflessione sistematica dalla nascita alla morte, e se nel corso del Novecento la situazione migliorò lo si deve a Nicola Crapsi e a coloro che come lui scelsero di militare dalla parte dei perdenti, dei poveri e degli esclusi. Al di là delle diverse appartenenze di Giovanni Ciampitti, Presidente dell’Ordine degli Avvocati, democristiano e di estrazione borghese, e di Nicola Crapsi, sindacalista comunista di professione elettricista di Santa Croce di Magliano, ciò che colpisce è la loro rimozione da parte di posteri che con troppa fretta li hanno archiviati negli scaffali polverosi di una storia lontana. Una comunità senza radici è destinata ad appassire!

Fonte Michele Petraroia

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