Giornata dell’orgoglio cooperativo, presenti anche gli apicoltori molisani

di Associazione Produttori Apistici Molisani (VOLAPE)

Il 14 maggio, presso l’Auditorium della Musica di Roma, alla presenza del Capo dello Stato, Mattarella, del Capo del Governo, Conte, e di diversi Ministri e Sottosegretari della Repubblica, tra i quali Bonafede (Giustizia), Grillo (Salute) e Castelli (Economia), ma soprattutto in una sala gremita di dirigenti di cooperative provenienti da tutta l’Italia, sono stati festeggiati i 100 anni di vita della Confcooperative, la maggiore e più rappresentativa organizzazione italiana delle cooperative.

Sono 19.000 le imprese cooperative aderenti, con 528.000 dipendenti, 3.3 milioni di soci e 66 miliardi di fatturato che Confcooperative tutela, assiste e promuove dal lontano 14 maggio 1919 quando si svolse la prima riunione del Comitato promotore che sancì la nascita dell’Organizzazione. Un’Organizzazione che, seppure con uno sguardo lungimirante sempre rivolto al domani – come ne è testimonianza l’importante processo di riorganizzazione della rappresentanza che ha promosso unitamente alla Lega delle Cooperative ed all’AGCI per la nascita dell’Alleanza delle Cooperative, ha fatto dei suoi principi ispiratori, nati sulla spinta della Rerum Novarum e costruiti nel rispetto della Dottrina Sociale della Chiesa, la barra di riferimento per orientare la rappresentanza verso quella economia sociale che si pone come unico e concreto baluardo contro il capitalismo sfrenato e le diseguaglianze da esso creato.

Le tante testimonianze di cooperative virtuose portate sul palco dell’Auditorium, ma soprattutto il comune sentire tra le migliaia di dirigenti accorsi a Roma da ogni parte d’Italia, hanno misurato l’esatta percezione di quanto sia ancora attuale l’art.45 della Costituzione della Repubblica Italiana che così recita “La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. Le legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità. La legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell’artigianato”.

Anzi, come efficacemente relazionato dal Presidente Gardini, il modello cooperativo è assolutamente attuale, anche perché è l’unico in grado di offrire lavoro e produrre reddito nel rispetto dei bisogni della comunità e dei territori. Le motivazioni che portarono alla costituzione delle prime cooperative agricole, cioè, la ricerca delle economie di scala con gli acquisti in comune di mezzi tecnici e beni ausiliari e con la commercializzazione in filiera per irrobustire la competitività, giustificano ancora oggi il mettersi insieme. In particolare il Presidente Gardini ha sottolineato il ruolo che nel prossimo futuro possono assumere le cooperative di comunità nella difesa da politiche di sviluppo “strabiche” che stanno provocando un nuovo spopolamento delle aree interne. Un presidio, dunque, di quei territori dai quali il capitalismo fugge perché non vi trova ristorno e dove, invece, le cooperative ed i loro soci, veri e propri animatori di comunità, trovano l’essenza stessa dell’economia sociale, dove efficienze e solidarietà producono uno straordinario effetto sinergico in grado di trasformare “un bisogno in un’impresa, una difficoltà in un’opportunità, una crisi in un’occasione di riscatto e di successo”.

Condividendo tutto, ma proprio tutto il percorso cooperativo, anche la cooperazione apistica era a Roma, per ricordare che nella galassia cooperativa esistono anche le cooperative apistiche che esprimono numeri ed autorevolezza di tutto rispetto, come ad esempio il controllo del 25% del miele nazionale presente sul mercato. Confcooperative, infatti, ed in particolare FedagriPesca ha istituito la Consulta Apistica per meglio raccogliere le istanze del settore e trasformarle in proposta da sostenere, con tutto il peso del movimento nel suo complesso, presso le sedi istituzionali.

In particolare la Consulta Apistica di Confcooperative FedagriPesca sta ponendo l’accento sulla problematica del mercato del miele che vive un periodo di forti tensioni che mettono a dura prova la competitività delle aziende italiane. Rendimenti produttivi inadeguati per l’inclemenza del meteo, concorrenza sleale da paesi terzi dove le normative di riferimento, molto meno sicure delle nostre, consentono costi di produzione per noi impensabili, la mancanza di politiche di valorizzazione e promozione del prodotto di qualità, sono i temi intorno ai quali l’apicoltura italiana si giocherà il proprio futuro. Le cooperative apistiche di Confcooperative vogliono offrire il loro contributo, ben consce del ruolo svolto dai propri soci nell’equilibrio del territorio, nel presidio delle aree interne, nello sviluppo equo e sostenibile, che da sempre vede i cooperatori agricoli e con essi gli apicoltori, impegnati con la testa e… con il cuore.

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