Meno è di più!

di Padre Giancarlo Bregantini da Primo Piano Molise

In questi giorni, abbiamo tutti un ospite inatteso in casa: il limite! Ci sono infatti giorni particolari, in cui ci mettiamo un po’ di più allo specchio, i giorni del Corona Virus. Tutto sta cambiando nella nostra vita. Sentiamo però che non è una stroncatura dell’albero della nostra vita. Ma una potatura! Non il ramo che cade dobbiamo fissare. Ma il germoglio di speranza che sta già germogliando. Non vediamo ancora il frutto, ma già lo possiamo “intravedere”! In quella luce nuova che ci fa capire le cose in modo alternativo. Senza facili giudizi e senza inutili nostalgie. Ma con il coraggio del domani, resi però più responsabili, proprio perché abbiamo saggiamente preso coscienza dei nostri stessi limiti. Quei limiti che ieri non volevamo vedere. Ma che oggi l’amarezza del presente ce li impone.

Chiude Via Ferrari, di notte. Un silenzio surreale, con un riposo vero per le famiglie attorno, tanto sofferte. Tornano a parlarci quelle stelle che le luci psichedeliche cercavano di oscurare.

Chiudono i centri commerciali, di domenica! E torniamo a vivere la domenica in modo familiare. Non fuggiamo da casa. Ma ritroviamo casa, centro e cuore della nostra vita. Perfino i comici ce lo stanno insegnando, con la loro gradita spensieratezza. Così finalmente “il decreto Monti” del novembre 2011 viene oscurato dal “decreto Conte” di questi giorni, nove anni dopo. Anni in cui abbiamo potuto amaramente constatare che non basta aprire i negozi per tutte le 24 ore, del giorno e della notte, per rilanciare l’economia. Ma è di motivazioni vere, intense, ben radicate che l’Italia ha d’ora in poi bisogno. Non di quel dominio assoluto, sulle cose e sulle persone, come il far lavorare le mamme di famiglia, in piena estate, per costringerle a vendere, di domenica, le camicie! Sì, proprio di domenica! Perché – si diceva – ce lo impone il mercato, impedendo così alle mamme di poter godere del mare, con i loro bambini.

E’ una potatura! Ma salutare, feconda di grazia e di crescita. Certo, non esultiamo per i provvedimenti in sé. Ma perché possono aiutarci a raccogliere quei limiti, allo specchio, per impararne la lezione. I provvedimenti, ora, ci fanno chiudere certi luoghi. Ma già se ne stanno aprendo altri. Abbiamo già iniziato a fare entrare “l’intelligenza nella emergenza!”. Questa è la sfida, perenne, che va ben oltre il Corona Virus. Oltre questi giorni. Infatti, se la scuola chiude, i ragazzi studiano comunque, collegati con i loro docenti, pur restando a casa. Ed anche il papà riscopre il lavoro “on line”, a casa, in un’economia che ci fa così risparmiare l’inquinamento nelle strade. Tutto cambia, in bene, se il limite si fa “sobrietà” e non avidità. Se crediamo veramente al detto meno è di più”, come ci esorta a fare la profetica Enciclica “Laudato Si”.

Ed anche il parroco che celebra da solo, solo non è! Perché senti che sta pregando per tutti noi. Molto doloroso è stato per me, Vescovo, dover firmare il decreto che sospende tutte le messe, feriali e festive, limitando anche le celebrazioni nei funerali. Ma le chiese restano aperte. Si fanno più silenziose, ma forse più sincere. Così la preghiera raccoglie il dramma dei carcerati e il grido dei contagiati, in corsie ospedaliere dove mancano posti letti adeguati, per una miope politica che li ha tagliati, in una logica puramente economicistica. Con l’ammirazione piena per un servizio ospedaliero che supera ogni orario, per farsi eroismo di dono, sulla scia di martiri antichi.

Non il consumismo, dunque, ma la sobrietà e la solidarietà ci aiuteranno a ritrovare il “bandolo della matassa”, per uscire, finalmente tutti insieme, dal labirinto del virus.

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