V(U)OTI a perdere

Ultimi giorni di elezioni epocali, all’asciutto di sondaggi. C’è chi dice che non serve, tanto si sa qual è il trend. Altri invece sostengono, ma in effetti sperano, che durante il “silenzio demoscopico” possa succedere di tutto: sorprese, defezioni, ripensamenti, scandali.

Alla domanda “cosa dicono i suoi sondaggi”, Emma Bonino, leader di +Europa, risponde: “Noi non abbiamo un euro per commissionare sondaggi”. Nel 1994, prima di “scendere in campo”, Berlusconi spese milioni di lire per sondaggiare il suo partito sperando nell’effetto bandwagon (“salita sul carrozzone”). Un fenomeno che, secondo gli studiosi, produce un effetto domino non fondato su propri giudizi ma sul parere della massa che vota il partito percepito in ascesa e induce a credere che una cosa sia vera perché lo crede la maggioranza.

E’ un “Credo” che Salvini ha scelto come slogan facendo passare gli italiani per un branco di creduloni. E’ vero però che noi italiani, inguaribili romantici, prendiamo delle cotte, poi ci pentiamo e cambiamo: prima Berlusconi, poi Grillo, poi Salvini e ora la Meloni.

Intanto il 23 settembre, due giorni prima del voto, scatta l’equinozio d’estate che ci spalancherà un autunno economico e politico che più allarmante non si può. Il grande Altan lo dipinge con una velenosa battuta: “Chi vince vince, i cocci sono suoi”.

L’Europa è preoccupata per la Meloni, ma lei risponde: “Preoccupata? E’ finita la pacchia, difenderemo gli interessi dell’Italia”. Vuol dire che il nemico Nº 1 dell’Europa non sarà più Victor Orban ma Giorgia Meloni.

Poi aggiunge che la sua salita al governo “significherebbe rompere un tetto di cristallo”, quello che discrimina le donne. Tema molto attuale nel Molise che sotto il suo tetto di cemento armato celebra le spurie nozze di Cesa e Lotito, promessi sposi della destra. Intanto i nostri TG confondono propaganda e informazione e l’unico quotidiano cartaceo è in pratica un “Lotito Daily News”.

Quanto al dream team Cerroni-Gianfagna-Salvatore, può vantarsi di aver infranto il soffitto di cemento armato, ma sarà dura rompere quello di vetro. Il loro slogan è PD, what else? ma per farlo circolare tra la gente servirebbero dobloni da Paperoni del calcio.

Giuseppe Tabasso351 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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