ANNO NUOVO/E adesso cosa aspettarsi?
LA PACE – L’Europa è dalla parte giusta della storia, contro i dittatori e a difesa delle democrazie di cui si temeva la vulnerabilità. C’è una via d’uscita diplomatica? Forse lo scacco militare, l’isolamento di Putin, le migliaia di morti e le sanzioni che cominciano a far male più alla Russia non determineranno la pace ma almeno la sospensione della guerra.
IL GOVERNO – La manovra di bilancio è stata definita un “papocchio scritto male con testi cancellati più e più volte” tra condoni, sanatorie, regali e favori agli evasori. Scuola e Sanità sono rimaste all’asciutto. Mentre al calcio è andato quasi un miliardo grazie a un ricatto parlamentare di Lotito. Per l’analista Sabino Cassese “la compagine esecutiva è fondata su una coalizione instabile, la cui coesione va verificata giorno per giorno”. Per Carlo Calenda un Governo dilaniato da divisioni interne durerà sei mesi. “Mi fido degli alleati” replica Meloni. Sa che il Potere è la colla della coesione.
GIORGIA MELONI – La “Ducetta” che voleva uscire dall’euro e scassinare dall’interno l’Unione Europea, che non applaudì Liliana Segre all’entrata in Parlamento, che era contro Draghi e sodale di Trump e Orban, compie ora uno slalom di travestimenti: è riguardosa verso l’Europa, verso Biden, verso Draghi, verso la comunità ebraica e perfino verso il 25 aprile.
L’ECONOMIA – Aumentano povertà e disuguaglianze, i consumi non migliorano, per le Borse è stato un anno nero. Sarà dura ma si spera che i 40 miliardi del PNNR, pari a 2 punti di Pil, diventino una rendita utile a tenere a galla l’economia e ad evitare la recessione.
L’ENERGIA – Si diceva che la dipendenza energetica avrebbe reso più vulnerabile la nostra economia, che lo stoccaggio sarebbe stato impossibile e il razionamento inevitabile. Invece no. Putin ha perso la scommessa del freddo, il price cap ha abbattuto i prezzi del greggio e ridotto l’esportazione mentre il rublo si svaluta e il deficit russo si allarga.
LA POLITICA – Il 2023 sarà un anno politicamente cruciale. L’evento decisivo per questo e per anni venturi è il gran consulto del PD. Rinascerà, cambierà, si dissolverà, diventerà la Sinistra di cui la democrazia e un Paese di Destra hanno un bisogno organico? Lo scopriremo tra poco.
Nel suo lungimirante discorso di fine d’anno, Sergio Mattarella ha visto nella leadership di una donna una “novità di grande significato sociale e culturale da tempo matura nel nostro Paese” e ha spronato a “guardare al domani con uno sguardo nuovo e con gli occhi dei giovani”. E qui nasce un problema per un partito guidato da una donna ma circondata da una gerontocrazia che non fa i conti col passato. L’Italia non può avere come seconda carica dello Stato uno come La Russa, ultimo emblema di un mondo battuto dalla storia. Uno che al Senato – altro che “guardare al domani” – commemora il MSI. Un errore politico “quantomeno inopportuno” gli rimprovera l’amico Vittorio Sgarbi che una volta disse a Giorgia: “Taglia la fiamma, memoria del MSI. Vai oltre”. Lo tentò Gianfranco Fini quando definì il fascismo “male assoluto” e a Fiuggi disse: «Dobbiamo uscire dalla casa del padre per non farvi più ritorno». Voleva trasformare la destra post-fascista in una destra normale, conservatrice, europea. Giorgia Meloni non può permetterselo, sia perché la gerontocrazia non “guarda con gli occhi dei giovani”, sia perché Lega e Forza Italia, destinati alla sparizione, farebbero cadere il Governo e infine perché questa destra non può fare una cosa di sinistra, nel senso di ripensare a fondo su se stessa (come tenta di fare ora il PD).
Giuseppe Tabasso359 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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