Ah, la politica…

di Giuseppe Tabasso

L’effetto che fa – I politologi molisani annaspano ogni giorno per dare – al buio o alla luce di gole poco profonde – un quadro dei giri di valzer e delle tattiche pre-elettorali della coalizione di destra che ormai campa solo sul magico “effetto Meloni” che farebbe passare in cavalleria il malgoverno Toma e ridare verginità ai soliti marpioni.
Era però chiaro che l’effetto del “noi siamo il primo partito e il Molise è nostro di diritto”, non poteva funzionare. Figuratevi se la Ducia (copyright Giuliano Ferrara) poteva mai perpetrare uno sgarbo tanto odioso nei confronti dell’infermo Berlusconi e del suo morente partito.
E dunque vai con Forza Italia e con Lotito, quello che s’è intestata la maternità surrogata del Molise e che circuisce elettori, tifosi e candidati di lista con biglietti gratuiti agli stadi. Si deve quindi a lui la candidatura di Roberti pur azzoppata dal ricatto di Iorio che ora tiene in pugno il primo cittadino di Termoli.
Poi ci sono gli incubi di Patriciello che, cognati a parte, teme la possibile vittoria di Roberto Gravina e sopratutto la perdita del seggio europeo che lo spinge a sganciarsi dal partito morente e andare in soccorso di quello che fa “effetto”.
Infine ci sono i partiti dell’AVIS, la benemerita associazione dei donatori di sangue nella quale militano Partito Democratico e Lega.

Faccette nere – Diciamo la verità, il nostro Molise è per tanti versi una regione riflessiva, prudente, restia agli eccessi. Prendete il caso dei sei comuni (Montorio dei Frentani, Salcito, Belmonte nel Sannio, Campochiaro, Ripabottoni e Sessano) che alle comunali presentavano una lista “Fiamma tricolore”, quella che arde sulla tomba di Mussolini e rimane nel simbolo di Fratelli d’Italia.
Ebbene, la lista ha ricevuto un solo voto, uno di numero, in un solo paese, mentre negli altri cinque la fiamma è rimasta orfana di fiammiferi che la tenessero viva.
Prendete invece l’esempio di un paese del Friuli Venezia Giulia, Faedis, dove il neo sindaco di destra Luca Balloch ha ringraziato gli elettori con una “Super Sindaco Fest” rallegrata al suono di Faccetta nera, famosa e indecente canzone del colonialismo fascista in Africa, che ci ricorda le centinaia di Faccette abissine sessualmente abusate da militari italiani.
E allora: Viva questo Molise sobrio, mai sfacciato che va a votare senza accendini di lampade votive.

Moderati? Siamo alle ultime battute per la composizione delle liste elettorali e tra i cosiddetti “Moderati” l’indecisione è particolarmente problematica. Bisogna capirli: è difficile essere moderati in una regione così smoderatamente bisognosa di cambiamenti.

Giuseppe Tabasso336 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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