Elezioni europee/ Perché gli elettori di Patriciello voteranno, a loro insaputa, per gli estremisti anti-europei

Fallito il progetto di Lega nazionale, Matteo Salvini attraversa, dal Papeete in poi, una parabola che non riesce a frenare. Alle europee del 2019 superò il 34%, oggi è al 9/10% in un derby tra alleati-nemici Lega-Forza Italia. Marina Berlusconi gongola e lancia una frecciata a Salvini augurandosi “che i partiti euroscettici non facciano un buon risultato”.

Il Carroccio attraversa da tempo una scottante perdita di appeal che i nordisti doc fanno risalire al “Capitano” con l’accusa di aver ridotto il partito ai minimi termini.

Talmente minimi che il patriciologo Pasquale Damiani si è spinto a ribaltare lo scenario: “Salvini potrebbe essere salvato solo da Patriciello che, quando scende in campo, è una vera e propria macchina da guerra”.

Eccoci così dinanzi a un bel rebus: sarà Patriciello la fata turchina che rimette i galloni al degradato Capitano? O viceversa sarà Salvini a degradare la macchina bellica made in Molise a lanci di mortaretti, castagnole e tric-trac?

In effetti il facoltoso tycoon molisano, patron di una ventina di cordate cliniche, di partitini locali e manco a dirlo di media al suo servizio, dava per scontato un suo ventennio europarlamentare (2009-2029). Ma erano i tempi del “menomale che Silvio c’è”. Poi è cambiato tutto e per la legge del trasformismo (“questa o quella per me pari sono”), Patriciello è saltato a babbo morto sul Carroccio, addirittura in veste di salvatore meridionale della patria nordista grazie ai droni clientelari della sua macchina bellica.

Un giornalista gli chiede: “Cosa cambia nei suoi rapporti con Forza Italia e Fratelli d’Italia”? La non-risposta è: “Nulla. La Lega è un partito di Centrodestra”. Che è una spudorata menzogna per due motivi: 1) perché si voterà col proporzionale, cioè i pe’ me, tu pe’ te; 2) perché Tajani, schierato con i Popolari, chiede Più Europa, mentre Salvini, schierato con estreme destre anti-europee, chiede Meno Europa.

Ma come si muoverà l’elettorato del Patriciello in modalità neo-estremista? Le sue vecchie clientele del 2019 gli rimarranno fedeli o praticheranno il voto di opinione? Comunque bisognerebbe avvisarle che i loro voti rimpinzeranno lepeniani, neo-nazisti, neo-franchisti e nazisti, anti-europei, filo-putin e filo trump, magari a loro insaputa.

Giuseppe Tabasso366 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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