Decontribuzione addio/ Se lo spauracchio toccherà pure La Molisana
di Giuseppe Tabasso
Per noi molisani, stanziali o erranti, avere a cuore e in dispensa la “Molisana” nel senso di pasta, è una specie di dovere identitario. Conosco conterranei che quando provano altre marche si sentono quasi colpevoli di lesa molisanità. Il nostro marchio si è ora inventato lo Spaghettone e la pasta con farina di lupini, va alla grande in Germania, USA e Australia. Guadagna e fa guadagnare, dunque guai a chi ce la tocca.
Senonché sembra che tutto il settore si trovi ora di fronte a uno spauracchio di nome “decontribuzione”.
Vincenzo Divella, patron dell’omonimo pastificio pugliese, denuncia in un’intervista a “Repubblica” seri contraccolpi per l’economia del Mezzogiorno, di cui la pasta è uno dei nostri vanti e orgogli internazionali.
Sentite Divella: “Se il governo vuole creare un danno alle imprese del Sud decretando la fine della decontribuzione è sulla buona strada per far diventare il Mezzogiorno una palla al piede per lo sviluppo dell’Italia”.
Lamenta inoltre che sommando prelievi e addizionali nazionali, comunali e regionali, il livello di tassazione raggiunge il 50 per cento e fa il caso della sua azienda: “Utilizzare il trasporto su gomma per consegnare pasta o altri prodotti alimentari in Germania ci costa molto di più rispetto a imprese venete, lombarde, svizzere o francesi”. Costi che penalizzeranno quindi anche lo storico pastificio nostrano.
Per le imprese del Sud quel 30% di sgravio ha fatto registrare una crescita mai vista, ma che dal prossimo Giugno sarà appunto ghigliottinata.
Divella, aggiunge anche lo spauracchio dell’autonomia differenziata che a suo giudizio causerà “danni ingenti per il Sud, perdite di lavoro e la fine dello spirito solidaristico sancito dalla Costituzione”.
Giuseppe Provenzano, che nel 2020 inventò da ministro per il Sud la “decontribuzione”, ricorda a sua volta che quella fiscalità di vantaggio era un tassello strategico di sviluppo del Sud e ora è smantellato per intero da un Governo refrattario a un Sud assistito.
Divella rivolge infine un appello alla società civile, al mondo sindacale e a quello produttivo poiché “smantellare le politiche per il Sud significa affossare una parte del Paese”.
Viene infine l’atroce dubbio che con l’autonomia differenziata, le ricche regioni settentrionali si stiano attrezzando per dichiarare un coming out paragonabile a una “Nordexit”. Altro che Dio, Patria e Famiglia.
Giuseppe Tabasso360 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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