Processo a Patriciello/Quell’Europa a tarallucci e vino

La famosa “macchina da guerra elettorale” di Aldo Patriciello funziona a tutto spiano nelle sei circoscrizioni Sud. Costa tanti soldi, ma il candidato, già facoltoso di suo, si rifarebbe tranquillamente le spese grazie ai 240 stipendi percepiti in vent’anni da europarlamentare (piuttosto assenteista).

Ha messo in moto una macchina bellica più semplice e attrattiva di quella del 2019, diffondendo migliaia di inviti a sfiziosi appuntamenti denominati “Aperitivi” oppure “Apricene” in una modalità conviviale tale da offuscare la politica. Del resto ve l’immaginate un invitato che si mette a porre dubbi politici a uno che gli ha appena offerto i rustici e le pizzette che ha in mano?

Niente macchina bellica dunque, ma una geniale circonvenzione gastronomica che tramuta bombe in bombolotti, granate in granatine e droni in tramezzini. Succede però che gli ospiti di questa Europa à la carte si troveranno, a loro insaputa, iscritti all’estrema destra nera.

Facciamo un passo indietro al Centrum Palace di Campobasso, dove passò per “conferenza stampa” un’adunata a base di vot’Antonio. Patriciello esordì con un: “Dedico questa competizione al popolo molisano” (quai però a ripeterla nelle altre circoscrizioni elettorali).

Affermò di aver scelto la Lega perché è “un partito particolarmente attento alle piccole realtà”, come se Salvini non fosse attento al Ponte sullo Stretto che gli ha fruttato un record di finanziamenti elettorali da parte di vari imprenditori interessati. Poi aggiunse che “la Lega non è    più quella della secessione, ma è vicina a tutti i territori”. Specie a quelli del Nord, dove si sono inventata l’autonomia differenziata.

Aggiunse infine: “Sono un moderato e la mia azione politica moderata è nota a tutti”. Beh, ma visto che da ventenni non si muove foglia che Patriciello non voglia, sarebbe meglio che in questo nostro malmesso Molise si facessero vivi un po’ di smoderati.

Ma tornando all’Europa la domanda è: come mai un moderato come lui si schiera con l’estrema destra europea? Come fa a stare vent’anni nel partito del “più Europa” e poi passare in quello del “meno Europa”?

Giuseppe Tabasso344 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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