«Scudo stellare», le nuove poesie di Alessandro Fo

di Giovanni Petta

Minuscolo, rispetto all’Universo, un piccolo villaggio thailandese… «Chissà come lo vede, la dov’è, Dio…»
Minuscolo, rispetto all’asta di Atena, il bastone dimenticato da Elena Panicucci in ospedale e «prima o poi, chissà, gettato via».
Minuscola anche la rosa bianca dentro il muro di via Mazzini, minuscola rispetto alla sua stessa solitudine e a quella degli umani.
Minuscola, nella vastità solita di una chiesa, la suora al cellulare, rimproverata per «certe pulizie»…
Minuscoli gli incontri, le storie ritrovate, i graffiti sulle pareti dell’infanzia, i complimenti fatti e ricevuti, dimenticati… gli arcobaleni che portano messaggi e l’ombra disegnata dalla forma che contiene la sostanza, terrena e spirituale, minuscola ed eterna, di ciò che siamo…

Di minuscole cose si compone questa straordinaria raccolta di poesie, «Scudo stellare», di Alessandro Fo, uscita per l’editore ilglomerulodisale di Catania. Una prova alta, di profonda capacità tecnica e di importante densità di contenuti. In queste poche poesie − la lettura termina davvero troppo presto − Alessandro Fo ha racchiuso il mondo, spiegando, senza parlarne, le disumanità e le ipocrisie del presente. Ma anche la bellezza. E proprio nella contrapposizione tra il mainstream inutile che, mai citato, si coglie lontano, in sottofondo, e l’intensità umana contenuta nei gesti degli eroi di tutti i giorni, nelle incapacità perdonate in partenza, nella misericordia usata per stare accanto a ogni elemento del creato, persino agli oggetti, alle ansie, addirittura… proprio in tale contrapposizione Alessandro Fo coglie la verità del presente e la esplicita in un canto di assoluta contemporaneità.

Sì, perché i componimenti di «Scudo stellare» cantano, come in memoria degli antichi aedi e in loro omaggio. Il lavoro di sistemazione sintattica e metrica delle parole, la scelta delle stesse da un repertorio elegantissimo, classico e contemporaneo insieme, la libertà governata con serenissima maestria, rendono i versi della raccolta di Fo musicali al massimo livello. Il suono che, di verso in verso, dà sostanza alla riflessione sugli eventi o alla semplice osservazione delle cose, produce un riverbero di poesia che amplifica la materia poetica già potente in partenza. Il lettore legge la realtà e il mondo, riflette con il poeta, gode con lui la bellezza dolorosa di tutto ciò che è umano.

È il candore potentissimo di chi si affida al bello, la sicura ingenuità dei bambini o di quegli adulti che non hanno ancora abbandonato l’infanzia, il perseguire fratellanze necessarie, la purezza di chi rimane puro per un disegno arcano, misterioso… è questo ciò di cui il mondo ha bisogno. Oltre che di costruire nuove armi di difesa − carta e pastelli − capaci di curare ogni cosa. Scudi stellari che possano davvero difendere tutti. Capaci, passando, persino di guarire. «(…) E chi sta male… / Passa… E aggiusta tutto il corpo, pensa tu».

0 Comments

Lascia un commento

Login

Welcome! Login in to your account

Remember me Lost your password?

Lost Password