A Castel Del Giudice gli Stati Generali delle comunità dell’Appennino

Convocati da Slow Food Italia, per la seconda volta in assoluto, ieri si sono riuniti a Castel del Giudice gli Stati Generali delle comunità dell’Appennino.

L’assemblea nazionale ha riunito agricoltori, allevatori, artigiani, docenti e ricercatori universitari, nonché rappresentanti di consorzi provenienti da tutta la fascia appenninica, in una tre giorni di lavori inaugurata venerdì 16 e che si concluderà domenica 18 con l’assemblea plenaria in cui, oltre al documento di sintesi dei lavori delle commissioni, verrà presentato, in anteprima assoluta, uno studio congiunto (Slow Food, Ispra, Unisg, Unimol) sullo spopolamento dell’Appennino e sull’uso dei terreni agricoli.
Ieri mattina, alle 9, sono iniziati i lavori delle quattro commissioni (Agricoltura, ambiente e paesaggio; Turismo sostenibile e infrastrutture, Ricerca e innovazione; Reti sociali, culturali e relazioni territoriali) significativamente dislocati in tre diverse aree (l’azienda metalmeccanica “D’Andrea Molise” certificata Emas per la tutela ambientale delle sue produzioni; l’albergo diffuso di “Borgo Tufi” che ha recuperato le stalle e i fienili in disuso; la “Residenza sanitaria assistita” che ha riqualificato l’edificio scolastico inutilizzato) dove si dispiega il virtuoso “sistema Castel del Giudice” di cui la nostra rivista si occupa – di fatto, in esclusiva nel panorama regionale – ormai da anni.

Nel lavoro delle commissioni si evince il confronto su temi che stanno emergendo come prioritari: dal Piano di Sviluppo Rurale alla semplificazione burocratica, dalla gestione della fauna selvatica, dei parchi e delle foreste, al turismo sostenibile, dalla viabilità e il recupero dei borghi, alle nuove “start-up”, fino alle relazioni sociali tra abitanti di diverse fasi di età, e tanto altro. Ma ciò che è emerso soprattutto, come elemento di speranza e di ottimismo della volontà, è stata la constatazione che sotterraneamente ad una classe dirigente inadeguata e corrotta, così come risulta dalle cronache nazionali, agisce una elite colta, raffinata e preparatissima, di giovani che coraggiosamente, nonostante tutto, segnando una clamorosa inversione di tendenza, scelgono le aree interne come sede della loro attività e luogo in cui vivere, concependo veri e propri esempi da condividere e replicare dalla Liguria alla Sicilia. Esempi che continueremo a seguire con grande attenzione per i nostri lettori.

D’altra parte, a proposito della classe politica che ci governa, di cui dicevamo sopra, non possiamo fare a meno di denunciarne la disattenzione. Perché se è vero che il Presidente della Giunta regionale Paolo Frattura ha concesso un sostanzioso contributo economico all’iniziativa e che interverrà oggi stesso a chiusura della manifestazione, è pur vero che ci si sarebbe aspettato un coinvolgimento maggiore, per lo meno da parte dei componenti della Giunta, allo svolgimento dei lavori. Come, del resto, è anche significativa l’assenza dei mezzi di informazione mainstream, evidentemente allineati all’andazzo di cui dicevamo. Nostro malgrado.

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