Editoria italiana in crescita, ma timidamente

DATI AIE 2017. Presentati alla Buchmesse i dati Nielsen per l’Associazione Italiana Editori. La crescita è live ema c’è. Eppure i lettori continuano a calare

I dati Nielsen per l’Aie, appena presentati e discussi nell’ambito della Buchmesse di Francoforte, segnalano un mercato editoriale italiano in crescita, seppure assai lenta: 1% in più (mentre il dato a copie registra il -1,3%, corrispondente a 740 mila copie di libri venduti in meno).

Calano in maniera piuttosto consistente i lettori, -3,1% nel 2016. Se confrontata con altre editorie, il nostro paese registra, in senso assoluto, la più bassa percentuale dei lettori; per la precisione una media del 40,5% nel 2016, contro il 90% della Norvegia ma anche il 62,2% della Spagna, il 68,7% della Germania, il 73% degli Stati Uniti e l’84% della Francia. In calo, seppur lieve, anche i lettori di ebook.

Il presidente AIE, Ricardo Franco Levi, è deciso a perseguire un progetto di lungo periodo, rintracciando ciò che chiama «la grande scommessa», ovvero «lavorare tutti insieme per far crescere nuovi lettori. A partire dalla scuola». Se nel 2016 le case editrici italiane hanno venduto all’estero 6.565 diritti di edizione al mercato straniero, acquistandone per 9.552 titoli, si assiste – rispetto al 2015 – a una crescita promettente e sempre più solida che si attesta su una crescita dell’11% nelle vendite all’estero (con una media annua del +17,6%).

La libreria rimane luogo di elezione per la vendita di libri, seppure larghe fette siano state intercettate ed erose dal commercio online (le librerie online crescono dal 3,5% nel 2008 all’attuale 17%). Non regge invece la grande distribuzione, «canale malato» (come si legge nella sintesi dell’AIE) dell’editoria italiana.

Fonte: il Manifesto

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