Comunicazione a 5 stelle/L’euforico debutto in modalità Salvini
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Per dare un vistoso addio al Parlamento Europeo (da lui vistosamente disertato per anni pur incassando vistosi emolumenti), Matteo Salvini ha indetto a Strasburgo una conferenza stampa presentandosi con fanatica tifoseria al seguito.
Prassi senza precedenti che nei giornalisti europei ha suscitato proteste e commenti (“roba strapaesana”). Ebbene, tempo tre giorni, e la prassi inaugurata da Salvini a Strasburgo è stata replicata a Campobasso nella conferenza stampa convocata da Andrea Greco, candidato grillino alla presidenza della Regione Molise. Nel resoconto riportato su questo sito si legge: “Molti simpatizzanti hanno riempito la Sala conferenze con applausi scroscianti ad ogni piè sospinto in un clima da convention elettorale, tanto che il neo-candidato presidente spesso e volentieri si è rivolto direttamente ai propri sostenitori piuttosto che ai giornalisti. Questi ultimi in evidente imbarazzo, come quando – per usare una metafora sportiva – ci si reca in trasferta e ci si accomoda nel settore ospiti”.
In effetti siamo dinanzi allo stravolgimento di una elementare grammatica della comunicazione rispettata perfino in paesi dove i giornalisti vanno in galera. Comprendo perciò l’imbarazzo e l’incresciosa posizione in cui si sono trovati i miei giovani colleghi. Voglio tuttavia far rilevare che se lo sgarbo di Salvini era strapaesano a Strasburgo, quello di Campobasso è giustificato da un contesto molto meno europeo ed europeista. Del resto come si può pretendere che un attore prestato alla politica come Greco faccia a meno di una cosa molto teatrale come la claque? Inoltre va messo in conto che il non aver capito la differenza tra un comizio e una conferenza stampa dipende dall’ancora scarsa domestichezza istituzionale degli apprendisti del potere. E ai miei cari colleghi dirò di più: non dimenticate che, non molto tempo fa, questi volevano istituire dei tribunali speciali contro i giornalisti e che volevano addirittura mangiarci per poterci vomitaei. Perciò, tutto sommato, vi è andata perfino bene. Ed è grasso che cola se vi hanno almeno dato uno strapuntino.
Poi, passata la sbornia, vedrete che vi faranno addirittura la corte (e chissà che qualcuno di voi non l’accetti).
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Giuseppe Tabasso351 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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