Elezioni regionali con anteprima a sorpresa 

In quattro regioni – Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Molise – i motori sono già scaldati in vista di elezioni primaverili la cui legge elettorale maggioritaria impone la formazione di alleanze.
Nel 2018 in Molise una destra volpona foraggiata da salmerie di compiacenti listine clientelari inflisse una cocente sconfitta alla schizzinosa separatezza dei grillini. Oggi, memore di quel fatale errore d’inesperienza e superbia politica, pare che il M5S stia innaffiando un suo campetto allargato ma off limits per i Dem a dispetto di una lunga e condivisa opposizione in Consiglio regionale.

In pratica trattasi di una convention ad escludendum mirata a smammare un PD troppo ingombrante e ad ipotecare una leadership regionale con i 5S nell’inedita veste di padri putativi della sinistra, con tanti saluti alla post-ideologia né di destra né di sinistra. Eppure una volta la saggia Patrizia Manzo ebbe a dire che “per le Regionali non basta mettere il cappello su una candidatura per risultare vincenti, ma serve una personalità che sappia essere collante di una coalizione avendo chiaro dove vuole andare e con chi”.

Naturalmente oggi siamo ai preliminari, ma per scardinare il patriciellismo da questa terra non servono tattichette ma strategie. Oggi – Berlusconi e Salvini permettendo – il Governo si gode i suoi cento giorni di luna di miele che scadranno verso la Befana, poi in primavera Giorgia Meloni dovrà appunto affrontare in quattro regioni il suo primo test elettorale che non può assolutamente perdere.

In Lombardia è in corso un “micidiale scontro di potere” (Corriere della sera) tra il ricandidato Fontana e Letizia Moratti. In Friuli il presidente Fedriga non ha problemi. Poi c’è il Lazio dove, secondo rumors romani, si gioca a carte scoperte anche sul destino del Molise. Eccoci così all’anteprima con sorpresa. Per non consegnare il Lazio alla destra si sta puntando su una possibile intesa tra PD, Terzo Polo e anche con il M5S purché - udite udite – Giuseppe Conte abbia in cambio la garanzia di fare il nome del candidato governatore nel Molise.

E’ la politica, bellezza.

Giuseppe Tabasso337 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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