Elezioni/Un Aprile crudele, un Maggio di rose, spine e vot’Antonio, vot’Antonio…

Finalmente    se n’è andato Aprile, “il mese più crudele che inganna le promesse della primavera” (T.S. Eliot, “La terra desolata”) e ora siamo a Maggio, mese di rose con tante spine.

Il 25 aprile, ricorrenza delle ricorrenze, “Giorgia” senza Meloni ha perso per sempre l’occasione di pronunciarsi “antifascista”. Maurizio Crozza prevede sarcastico: “È giusto celebrare la sconfitta del fascismo, ma averlo fatto quest’anno, forse è un po’ prematuro”.

“Sull’antifascismo è doverosa l’unità popolare”, tuona il Presidente Mattarella, nostro cane da guardia e stella polare, fino    a quando la Premier lo manderà in pensione col Premierato.

In Aprile è successo di tutto. Lo scrittore Scurati censurato sciaguratamente da una RAI formato house-organ del governo. Poi fratelli coltelli, svolte illiberali, leso aborto, mal di pancia bilanci, debiti e deficit. E il generale Vannacci spara poi idee che fanno sdegnare il Vaticano e terremotare a Nord il Carroccio usato come un taxi da Vagnacci e Patriciello. (Domanda: ma il Generale magnavoti darà un aiutino o un colpo di grazia al colonnello molisano?)

Il crudele aprile ha partorito perfino ambizioni più librarie che letterarie, cioè libelli auto-propagandisti. Così, dopo “Il mondo alla rovescia” di Vannacci, spunta un “Controvento” di Salvini, uno che da una vita discredita intellettuali e scrittori.

“Questo è il mio testamento. Regalatelo!” annuncia il furbacchione con “preghiera di organizzare banchetti-vendita in ogni città.    ”Poi c’è la parola “testamento”, che per uno di 51 anni è scaramantica, ma che per la Lega Nord suona liberatoria.

Aprile si chiude infine con l’Annunciazione dell’ascesa al cielo di “Giorgia e basta”. E così per cinque settimane sentiremo Totò ripeterci: vot’Antonio, vot’Antonio, vot’Antonio…

Giuseppe Tabasso351 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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