Iorio & Co. /Cambia il mondo ma per la schizofrenica destra molisana tutto il resto è noia

Michele Iorio, il più rappresentativo e discusso uomo politico del Molise, era nato nella sinistra, poi è passato alla DC, quindi a Forza Italia e infine a Fratelli d’Italia. Ma cosa ci fa uno che si dichiarava europeista in un partito della destra sovranista?
A Italo Marinelli di Primo Piano, Iorio ha dato la classica risposta: “Voglio portare la mia esperienza e i miei valori in un partito di centrodestra inclusivo”. Traduzione del termine “inclusivo”: cannibalizzare il centro e succedere a Toma. Amen. Tutto il resto è noia. Solo che la noia per tutto il resto denuncia una provinciale schizofrenia tra chi pensa solo alle prossime elezioni e chi guarda al genocidi che cambiano il mondo.

Quando Trump vinse le elezioni, Matteo Salvini e Giorgia Meloni si sperticarono in congratulazioni. Stesse felicitazioni perfino quando Putin vinse le sua scontata elezione. E di nuovo domenica scorsa, grandi complimenti a Victor Orban per la sua “vittoria straordinaria» contro “un’accozzaglia elettorale”, parole della leader di Fratelli d’Italia. Né sorprende che anche lo Zar Putin si sia felicitato con Orban, riottoso membro dell’Unione europea, nonché inventore della “democrazia illiberale”.
Poi però un sondaggio de La 7 rileva che la mossa di Meloni e Salvini è stata in maggioranza considerata “errore politico”. Pare dunque chiaro che chi cerca amici di Putin e nemici interni dell’Europa, deve bussare solo a porte di destra.

Domenica prossima si terrà in Francia il primo turno di elezioni ma sarebbe inutile fare toc toc alle porte molisane di destra per sapere se tra loro si nutrono speranze collimanti con quelli dei loro rispettivi leader. Se cioè sperano – come ardentemente spera Zar Putin – che vinca la leader sovranista, Martine Le Pen, putiniana doc che voleva uscire dall’euro, dall’UE e della Nato, avversaria temibile di Emmanuel Macron fautore degli Stati Uniti d’Europa per “renderci indipendenti, come nazione e come continente”.
Oggi, la cruda realtà è che dietro i sovranisti nostrani, quelli dell’America first, del “Prima gli italiani” e del “Prima i molisani”, emergono gli interessi di chi cerca posti al sole dei sondaggi e scoprono una estraneità di fondo verso le grandi svolte in atto. Col risultato di fornire voti locali e biada regionale a schieramenti che, con l’atroce vento bellico che spira, sono a dir poco antistorici.

 

Giuseppe Tabasso360 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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