BLOCK-NOTES EUROPA (1)

di Giuseppe Tabasso

L’8 e il 9 giugno ben 450 milioni di cittadini di 27 Paesi saranno chiamati a rinnovare le istituzioni dell’Unione Europea in un’epoca così stravolta da guerre mondiali dia rendere cruciale questa tornata elettorale strettamente legata al nostro futuro.

Dunque dinanzi a un evento così decisivo ognuno di noi dovrebbe prepararsi a non arrivare indecisi e sprovveduti alle urne e darsi magari una spolveratina di cultura generale su un’a grande istituzione che nel tempo è stata capace di aggregare Stati nazional ex nemici e farli diventare membri di una grande comunità sovranazionale.

I suoi motti erano E pluribus unum e In varietate concordia. E uno dei padri fondatori, Jean Monnet, pronunciava una frase celebre: “Noi non coalizziamo Stati, uniamo esseri umani”. Si voleva insomma federare popoli per porre rimedio ai sovranismi nazionali.

Pezzi di quel passato sono valori da non dimenticrei e a tal proposito andrebbe denunciato l’incredibile deficit scolastico sui più elementari fondamenti dell’Europa sui quali i nostri ragazzi non hanno un minimo di conoscenza.

Fino a giugno c’è tempo per trattenerci su aspetti e problemi europei, ma l’attualità impone che proprio oggi 27 febbraio la Commissione svelerà a Bruxelles i suoi piani sull’autonomia militare che renderebbe indipendente l’Europa dagli Stati Uniti. Un tema reso urgente dall’invasione russa dell’Ucraina e da un eventuale ritorno al potere di Donald Trump.

Consolidare e mettere in comune le nostre capacità militari è un passo ambizioso e non è affatto nuovo. Andando infatti a ritroso di settant’anni, nel 1953, quando lo stalinismo incuteva una paura tale da far progettare una “Comunità europea di difesa” detta CED.

Venne stilato un trattato vincolato all’approvazione dei rispettivi parlamenti. Ma il 30 agosto del 1954 la Francia lo rigettò. Anche l’Italia era contraria, ma attese che fossero per primi i francesi.

È interessante sapere che una delle cause che indussero a bocciare il trattato fu la morte di Stalin che smorzò le paure europee. Non s’immaginava che settant’anni dopo arrivasse Putin a risvegliare una dormiente Europa e una moribonda Nato.
*Alla prossima volta amici europei.

Giuseppe Tabasso360 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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