La stampa molisana al tempo del coronavirus… e Patriciello

Sabato scorso, a Larino, il “Forum per la difesa della sanità pubblica di qualità” ha promosso un presidio davanti al “Vietri”, per affermare la necessità di istituire presso quello che era l’ospedale cittadino, chiuso da un paio d’anni in ottemperanza al Piano di riorganizzazione della Giunta Frattura, un Ospedale Covid.

Si tratta né più né meno di attuare le disposizioni del Consiglio dei Ministri che, in previsione di un’eventuale ripresa autunnale dell’epidemia, ha stabilito la creazione in ogni regione di almeno una struttura dedicata alla cura delle patologie legate al coronavirus.

In tale direzione si è espresso anche il commissario Giustini, la stragrande maggioranza dei sindaci compreso quello del capoluogo, il Consiglio regionale e l’unità di crisi – della quale fa parte il presidente Toma – che ha ribadito la decisione del Consiglio regionale, con i soli voti contrari di Florenzano, Scarfato e Gallo.

Dunque anche Toma, per ben due volte, ha votato per il centro covid a Larino, salvo poi compiere una clamorosa inversione di rotta, per ricollocarsi al fianco di Florenzano.

Perché questo cambio repentino? E cosa c’è dietro all’opposizione nei confronti della riapertura del Vietri?

Quei maledetti paranoici del “Forum per la difesa della sanità pubblica di qualità” si sono messi in testa che il governo regionale non faccia nulla per evitare la commistione tra pazienti covid e no covid nelle strutture pubbliche, ben sapendo che ciò le indebolisce e le rende insicure, con la conseguenza di favorire l’ampliamento dei servizi dell’offerta privata.

Dei pazzi, non è vero?

Comunque, anche Andrea Greco non sta benissimo. Intervenendo al presidio larinese, se ne è uscito dicendo che il vero presidente del Molise è Aldo Patriciello.

Forse il capogruppo dei 5 Stelle in Regione si riferiva al fatto che l’europarlamentare di Forza Italia, da 15 anni a questa parte, ha sempre svolto il ruolo di ago della bilancia, prima che nell’attuale esecutivo regionale, nel precedente governo di Frattura.

Nonostante l’incontrovertibilità di quanto affermato da Greco, Patriciello si è offeso e ha replicato con le solite formule con cui si difendono i potenti, e cioè che l’avversione nei suoi confronti è tutta invidia, che Greco cerca visibilità attraverso lo scontro con lui e che nasconde chissà quali scheletri nell’armadio.

Nel merito delle questioni sollevate da Greco neanche una parola; in compenso tante insinuazioni e tentativi di sviare l’attenzione da questioni che sono sotto gli occhi di tutti.

Da Patriciello non ci aspettavamo nient’altro. Il problema è che chi dovrebbe fare informazione, invece che mettere a confronto le posizioni rappresentando il contesto in cui si sono sviluppati i fatti e le dichiarazioni, si limita a ospitare senza mediazioni, acriticamente, i monologhi del dominus venafrano, rendendo lampante come la vera emergenza del Molise, prima ancora del coronavirus, sia la comunicazione.

Paolo Di Lella100 Posts

Nato a Campobasso nel 1982. Ha studiato filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Appena tornato in Molise ha fondato, insieme ad altri collaboratori, il blog “Tratturi – Molise in movimento” con l'obiettivo di elaborare un’analisi complessiva dei vari problemi del Molise e di diffondere una maggiore consapevolezza delle loro connessioni. Dal 2015 è componente del Comitato scientifico di Glocale – Rivista molisana di storia e scienze sociali (rivista scientifica di 1a fascia), oltre che della segreteria di redazione. Dal 2013 è caporedattore de Il Bene Comune e coordinatore della redazione di IBC – Edizioni. È autore del volume “Sanità molisana. Caccia al tesoro pubblico”. È giornalista pubblicista dal 2014

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