ASSESSORE COTUGNO, IL TURISMO MOLISANO E’ ANCORA ALL’ANNO ZERO

di Pasquale Sardella*

In Molise non esistono soggetti singoli o associati, fatta eccezione per la zona costiera e per la lobby matesina, in grado di elaborare programmi o progetti a valenza regionale; né tantomeno lo fa la Regione, che specie in questo settore dimostra inconfutabilmente il suo fallimento storico totale come soggetto programmatore.

A nulla servono i roboanti comunicati dell’assessore al ramo Cotugno, il quale, dopo più di due anni dall’insediamento,ancora non produce nulla di concreto.

20 milioni per la micro ricettività impaludati nella burocrazia, il piano strategico territoriale affidato a Sviluppo Italia Molise di cui poco si sa; il pienone estivo, ancora tutto da dimostrare in termini numerici e di presenze turistiche; da dimostrare perchè la struttura assessorile non dispone di un centro per monitorare le presenze e non ha gli strumenti per stabilire il nesso causa/effetto, tra investimenti in promozione e aumento dei flussi.

Una struttura che, fatta eccezione per pochi componenti capaci, fa acqua da tutte le parti, diretta da un dirigente, agronomo, per anni alle dipendenze dell’Assessorato all’agricoltura.

Se bisogna riconoscere che Cotugno ha segnato una svolta rispetto allo zero assoluto di chi lo ha proceduto, bisogna anche dire che ad oggi non ha dimostrato di avere idee chiare e soprattutto un programma definito con obiettivi dichiarati e verificabili.

Chi scrive è titolare di albergo diffuso e di struttura di turismo rurale, e manco a dirlo, vive in un piccolo paese (non borgo), pesantemente spopolato.

Un paese paradigmatico rispetto alla realtà territoriale molisana: case abbandonate in un centro storico di notevole bellezza, con un castello monumento simbolo della transumanza, il cui restauro è costato circa tre miliardi di vecchie lire, chiuso al pubblico per il capriccio/dispetto del solito burocrate di turno che, chi di dovere non richiama ai suoi doveri istituzionali.

Ho fatto un richiamo alla mia persona e alla mia esperienza nel settore, perchè ritengo che siano le persone che operano nel settore le uniche legittimate e in grado di formulare idee e proposte serie e credibili; premetto che sono pienamente consapevole della contraddizione nella quale sto cadendo, nel momento in cui mi rivolgo ad un autorevole  esponente della Regione, l’assessore al turismo, dopo aver sostenuto e dichiarato che la Regione ha fallito nella sua funzione programmatoria

Il turismo è fatto di flussi; i flussi sono funzione degli investimenti che si fanno in promozione e i piccoli e medi imprenditori del settore non dispongono di risorse finanziarie per promuovere adeguatamente il territorio; questo d’altronde è compito precipuo dell’ente pubblico, nel caso di specie della Regione.

Entrando nel merito, sarebbe indispensabile un piano quinquennale di promozione territoriale elaborato e gestito da esperti veri, non da personaggi che credono di fare promozione turistica con un articolo sul New York Times; un piano attentamente monitorato e dedicato ai tre segmenti turistici su cui possiamo puntare: turismo immobiliare, turismo ambientale (tratturi) e turismo “umanitario”(accoglienza e convivialità).

Se l’assessore Cotugno leggerà questo articolo m’immagino che troverà subito le parole per apprezzarlo eludendone il senso e il contenuto.

Torna in mente Tomasi di Lampedusa che passeggia con l’alano Bendicò, fedele alleato del principe di Salina: nessuno dei due riusciva a comunicare con l’altro,”ma erano felici lo stesso, giacchè la felicità consiste nel ricercare gli scopi, non nel raggiungerli. Almeno cosi si dice”.

*Operatore turistico molisano, titolare di un albergo diffuso e di una struttura di turismo rurale

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