La Calenda e il nuovo capitolo da scrivere insieme

di Paolo Di Lella

Martedì mattina, nel Palazzo dove ha sede il Consiglio regionale del Molise, con un sussulto improvviso, quasi insperato, i consiglieri di opposizione hanno redatto una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente della Giunta regionale Donato Toma.

Non si sa bene cosa abbia innescato l’iniziativa fulminea di PD e M5S, se il fatto che all’esterno si erano radunate quasi spontaneamente diverse decine di manifestanti che chiedevano le dimissioni di Toma o, piuttosto, per anticipare un’eventuale mossa simile da parte di Iorio, sta di fatto che alla fine il documento veniva sottoscritto da ben tre componenti della maggioranza, l’irremovibile Michele Iorio e le due ex leghiste Romagnuolo e Calenda.

Mentre sui social impazzavano i festeggiamenti, i più smaliziati politicamente, conoscendo i personaggi, cominciavano a rivolgere l’attenzione proprio sulla Calenda. Ci si attendeva un rilancio da parte di Toma indirizzato all’anello più debole dell’improbabile catena di malpancisti della maggioranza.

Puntualmente, verso sera, arriva l’annuncio dell’ingresso di Calenda in Giunta.

Nel documento sottoscritto dalla neo-assessora poche ore prima della nomina, si legge che “il Molise sta attraversando l’ora più buia della sua storia” e che “il Governo regionale è palesemente inadeguato a fornire risposte e soluzioni credibili ai problemi dei cittadini”. In un altro passaggio si sottolinea che “l’emergenza covid-19 ha accentuato le enormi lacune di programmazione, pianificazione e gestione di una maggioranza incapace di dare prospettive di crescita al Molise… un fallimento epocale a cui bisogna necessariamente porre fine”.

Parole che sanno di giudizio definitivo e che descrivono un contesto sociale ed economico drammatico al punto da rendere urgenti le dimissioni dell’attuale governo.

Per la Calenda, evidentemente, non c’è nulla di definitivo. Subito dopo aver incassato l’assessorato al lavoro dichiara: “oggi posso finalmente dire che il Molise cambia pagina, scriveremo insieme un nuovo capitolo”.

La cosa più sconcertante è che la politica più autoreferenziale della nostra storia invochi lo “stare insieme”, dimostrando ancora una volta di confondere il consenso passivo, che è ciò a cui questo potere punta davvero, con la partecipazione attiva dei cittadini alla vita democratica, una nuova prospettiva in cui personaggi come questi non troverebbero più alcuno spazio.

Paolo Di Lella100 Posts

Nato a Campobasso nel 1982. Ha studiato filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Appena tornato in Molise ha fondato, insieme ad altri collaboratori, il blog “Tratturi – Molise in movimento” con l'obiettivo di elaborare un’analisi complessiva dei vari problemi del Molise e di diffondere una maggiore consapevolezza delle loro connessioni. Dal 2015 è componente del Comitato scientifico di Glocale – Rivista molisana di storia e scienze sociali (rivista scientifica di 1a fascia), oltre che della segreteria di redazione. Dal 2013 è caporedattore de Il Bene Comune e coordinatore della redazione di IBC – Edizioni. È autore del volume “Sanità molisana. Caccia al tesoro pubblico”. È giornalista pubblicista dal 2014

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