Se affonda la corazzata Patriciello / Ecco perché le elezioni di Isernia sono decisive per il futuro del Molise

di Giuseppe Tabasso

Tra poche ore si svolgerà in Germania un rilevante e attesissimo evento elettorale. Un altro, meno rilevante ma non meno atteso, avverrà il 3 e 4 ottobre in Italia dove andranno al voto 1.342 Comuni (31 in Molise).

Ovviamente da noi la preponderante rilevanza politica è attribuita ai capoluoghi di regione (Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna), ma in sede di valutazione generale, un peso specifico lo avranno anche i risultati di 14 capoluoghi di provincia.

Quello che uscirà dalle urne la sera del 4 ottobre assumerà, un significato davvero speciale per il Molise e per Isernia, dove infatti stanno sfilando i pesi massimi della politica.

Il Capoluogo molisano è collocato al quart’ultimo posto nella graduatoria nazionale in materia di capacità amministrativa, segno piuttosto sconfortante per i suoi sindaci. L’ultimo dei quali, il generale D’apollonio (Fratelli d’Italia) non è riuscito a iniettare le dosi di felicità che in campagna elettorale prometteva con lo slogan “Il futuro è una città in cui essere felici”.

La pandemia ha cambiato molte cose anche in termini di preparazione per i sindaci. Essi, ad esempio, sono diventati bracci operativi del Recovery plan (Pnrr) e della transizione ecologica. Dunque devono essere dotati di competenze adeguate per l’attuazione dei progetti mirati a far ripartire l’Italia e le sue Regioni.

A Isernia i candidati in corsa sono circa 500 distribuiti in 17 liste, ma a contendersi la carica di primo cittadino sono in tre: Gabriele Melogli, già due volte sindaco, sostenuto da Forza Italia, Lega, e altre 5 liste; Cosmo Tedeschi, immobiliarista, ex consigliere regionale, provinciale e comunale, appoggiato da Fratelli d’Italia e da altre quattro liste; Piero Castrataro, ingegnere nucleare, sostenuto da PD, Movimento 5 Stelle, Isernia Verde e Solidale e dal debuttante partito progressista e paneuropeo Volt.

Insomma tre personaggi diversi: un ex sindaco che si riconosce nel blocco di destra al potere; un imprenditore che in TV si professa “né di destra, né di sinistra” (!!) e infine un candidato piuttosto inedito, come inedita è l’alleanza PD-M5S che lo sostiene.

Siamo dunque di fronte allo scontro tra una coalizione progressista che fa da terzo incomodo a un antiquariato politico di due destre parenti-serpenti, la prima delle quali, quella di Melogli, conta sulla potenza di fuoco finanziaria e mediatica della “corazzata Patriciello”.

La straordinarietà di questa elezione è si basa su almeno due fattori. Uno è l’indubbio significato politico dell’accordo tra Dem e M5S, un flirt già in atto in Consiglio regionale che diventa “fidanzamento” ufficiale e dunque preludio strategico di una coalizione mirata a costruire un’alternativa a una destra la cui unica visione è ormai solo quella di rimanere al potere.

La seconda lampante novità consiste nella esplicita sfida generazionale tra vecchio e nuovo, tra presente e passato, tra un usato non più sicuro e nuove leve più razionali e meno ideologiche.

Dunque l’esito di Isernia potrebbe risultare addirittura rivoluzionario per il futuro del Molise. Ma a una condizione: che gli elettori sgancino un bel siluro alla corazzata di fantozziana memoria.

Giuseppe Tabasso334 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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