Alla (ri)scoperta di Dante Alighieri

In tutta Italia continuano le iniziative per commemorare e ricordare il “sommo” poeta a settecento anni dalla sua scomparsa. Il convegno organizzato dalla SIPBC Onlus del Molise in collaborazione con l’Osservatorio Molisano sulla Legalità e dedicato alla figura di Dante Alighieri, tenutosi presso l’Hotel San Giorgio di Campobasso lo scorso settembre, è stato un vero successo sia per i contenuti che per la presenza di pubblico. Ne abbiamo parlato con Isabella Astorri, Presidente della SIPBC Onlus Molise e Gabriella Di Rocco, vicepresidente della SIPBC Onlus Molise, ricercatrice, docente e archeologa.

Il convegno tenutosi a Campobasso è molto significativo soprattutto per il sottotitolo, poiché si riscopre un Dante non solo artista poliedrico, ma figura anche sotto il profilo dell’impegno politico. Come è nata l’idea di focalizzare l’attenzione su quest’ultimo aspetto meno conosciuto?
IA: Abbiamo organizzato il convegno proprio focalizzandoci su aspetti diversi, insistendo sull’attualità di Dante e partendo dalla lettura di alcuni brani della Divina Commedia e di altre opere, abbiamo trovato l’aggancio con i nostri tempi. Mi sono soffermata soprattutto sull’impegno e, partendo dal Canto degli Ignavi, abbiamo messo in evidenza la piaga della società odierna, in cui gli ignavi, gli indifferenti non sono in grado di opporsi, di prendere posizioni. Lo abbiamo fatto anche in riferimento a Gramsci quando diceva “io odio gli indifferenti”. Dal Canto X dell’Inferno, dalla figura di Farinata degli Uberti, acerrimo nemico di Dante, di cui però il poeta rispettava la grandezza, pur con un’ideologia e una posizione diversa, ci siamo riagganciati ai nostri giorni, dove regnano l’intolleranza e l’incapacità di ascoltare l’altro che ha opinioni diverse dalle nostre; siamo soliti assistere non a dibattiti, ma “risse” di infimo livello. Poi, da Ulisse siamo arrivati anche all’ulissismo in letteratura. Ci tengo a precisare che le letture sono state interpretate volutamente da me e dalla Dottoressa di Rocco, che non siamo certo delle attrici professioniste; avremmo potuto invitare attori molisani di spessore, che sono anche nostri amici, ma abbiamo voluto dare alla serata un taglio colloquiale e familiare, perché in fondo la Commedia di Dante, già dal 1300, veniva letta per le strade dalla gente comune.

Forse anche questo ha richiamato il folto pubblico.
IA: Sì, anche se a qualcuno sicuramente non è piaciuto, abbiamo avuto grande riscontro; la sala era piena, nel rispetto di tutte le norme relative al Covid, abbiamo trasmesso l’evento su Facebook e ora è presente anche su YouTube. Ringrazio la Soprintendenza, la Direzione Regionale Musei Molise che ci ha dato l’autorizzazione a girare nel sito di Pietrabbondante. Come già detto, avevo chiesto anche l’autorizzazione per Altilia, ma non ho ricevuto risposte; questo è un atteggiamento comune ai rappresentanti delle nostre istituzioni, tanto che ormai ci siamo rassegnati e non ci disperiamo certamente per questo. Un ringraziamento particolare va a Nicola Frenza dell’Osservatorio Molisano sulla Legalità, una persona precisa, molto esperta per quanto riguarda l’informatica e la realizzazione di video, che ha girato e montato; senza di lui non avremmo potuto realizzare tutto questo.

Gabriella, partiamo dal lato artistico di Dante, che è l’aspetto che più ti compete. Raccontaci quali sono stati i contenuti del convegno sotto questo profilo.
GDR: Intanto, mi associo a Isabella nel ringraziare Nicola Frenza, un caro amico e una sentinella del nostro territorio. Abbiamo riscosso grande successo perché non abbiamo letto Dante come si fa per consuetudine sotto l’aspetto filologico o teologico, ma abbiamo preso spunto dal poeta per viaggiare. Mi occupo di arte e archeologia e, quindi, non poteva essere diversamente. Durante il convegno ho detto che Dante sarebbe un ottimo tour operator, perché all’interno della Commedia sono passati in rassegna una quantità di personaggi e di luoghi che ci fanno viaggiare nel tempo e nella storia. In fondo, la Commedia che cos’è, se non un viaggio all’interno dell’uomo e della sua storia? E l’arte è proprio la manifestazione più sottile, più bella, più emotiva del passaggio di noi uomini nei millenni su questa Terra.

Un bellissimo viaggio attraverso le tre Cantiche dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso.
GDR: Per l’Inferno, siamo andati nell’isola di Creta, nel cuore del Mediterraneo, e ho preso spunto dal V Canto, quello di Paolo e Francesca, la cui lettura mi ha emozionato moltissimo, trasformando il viaggio artistico in viaggio anche interiore. Ho scelto il V Canto per la presenza di Minosse, il giudice che incontra i dannati quando arrivano, ma è anche Re di Creta, quindi ho spiegato la storia del Minotauro, collegandolo al lato oscuro presente in ognuno di noi; ho raccontato la Civiltà Minoica, risalente all’Età del Bronzo, Civiltà del mare, della natura, della bellezza. Ci siamo poi spostati al Purgatorio e siamo andati nel Medioevo, al tempo di Manfredi, un personaggio molto particolare, figlio di Federico II, che viene ucciso nel 1266 a Benevento dagli Angioini. Con questo evento il Regno di Napoli passa dagli Svevi ai più cattolici Angioini francesi, cambiando le sorti dell’Italia e del Mezzogiorno. In realtà, mi sono soffermata su questo per parlare di arte romana, perché a Benevento c’è l’Arco di Traiano, e così ho parlato un po’ di questo imperatore che inventò il Reddito di Cittadinanza. Infine, ci siamo spostati in Paradiso con il Canto XII dedicato ai Santi Domenico e Francesco. Soffermandomi su quest’ultimo, siamo “andati” ad Assisi per parlare degli affreschi di Giotto, soprattutto quelli della Basilica Superiore, che celebrano proprio San Francesco, urtando, forse, la sensibilità di qualche credente quando ho detto che tutto quello che viene raccontato in quegli affreschi è in buona parte frutto di una leggenda, di una tradizione creata ad hoc da Bonaventura da Bagnoregio. Bonaventura, infatti, ha scritto la vita di Francesco, ma lo ha fatto a modo suo, rivisitando quella scritta in precedenza da Tommaso da Celano. Ho spiegato che Bonaventura è vissuto dopo Francesco ed è stato a capo dell’Ordine Monastico dei Francescani, mentre Tommaso da Celano è stato compagno e seguace del Santo, aveva vissuto con lui ed era presenta alla sua morte nel 1226. Quindi, il racconto delle due vite è molto diverso.

Si tende a credere a quello che ci raccontano gli affreschi di Giotto, come al fatto che Francesco parlasse agli uccelli.
GDR: In realtà, gli uccelli sono solo il simbolo dei poveri, dei diseredati. Ma Bonaventura stravolge i dati storici della vita del Santo a causa di un problema di corruzione interno all’Ordine Francescano e lo fa per riportare i Francescani all’ordine, anche perché il messaggio di Francesco è difficile da vivere, proprio perché il Santo non predicava il Vangelo ma lo metteva in pratica; era un magnifico folle, che non predicava solo la povertà, la viveva. Così, quando l’Ordine si stava smarrendo, per riportare la quiete, Bonaventura reinterpreta la vita di San Francesco bruciando quella di Tommaso da Celano. Per fortuna, cento anni fa, un grande studioso francese ha ritrovato casualmente in un archivio parte del racconto di Tommaso da Celano, altrimenti baseremmo la nostra conoscenza solo sulla versione tramandata da Bonaventura. Questo è stato il mio viaggio: partire da Dante per dire che come il poeta ha avuto Dante e Beatrice compagni di viaggio, noi abbiamo avuto Dante come compagno in un viaggio nel tempo, nell’arte, nella storia, soffermandoci su aspetti anche controversi e rapportabili alla realtà odierna; i problemi che Bonaventura aveva nella Chiesa dell’epoca, li ha Papa Francesco oggi.

E qui torniamo al sottotitolo “Dante ieri e oggi: arte, politica e impegno civile”.
IA: E’ questa la modernità di Dante: la Commedia non è qualcosa per eruditi, ma è qualcosa su cui dovremmo tutti riflettere. Questo è stato il nostro tentativo e abbiamo tenuto il convegno proprio il 14 settembre, che secondo Boccaccio è il giorno della morte di Dante. Voglio scusarmi per i tempi dell’evento, che è durato oltre due ore. Mi sarei voluta soffermare maggiormente sull’aspetto letterario, sull’ulissismo, in particolare da Foscolo a Joyce, ma ho potuto fare solo un veloce passaggio.

Sono sicuro che il grande impegno culturale profuso dalla SIPBC Onlus Molise ci porterà presto a raccontare di altri convegni, a discutere ancora di letteratura, storia ed arte. E noi ci saremo, ma nel frattempo vi ringrazio per la disponibilità.

IA/GDR: Grazie a voi.

Michele Colitti30 Posts

Nato a Campobasso nel 1985, ha studiato Media e Giornalismo presso l'Università "Cesare Alfieri" di Firenze. Collabora con la rivista "Il Bene Comune" dal 2010. Giornalista pubblicista dal 2014.

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