La solenne gaffe di Toma e la sconfessione del ministro dell’Istruzione Bianchi

di Giuseppe Tabasso

Un commercialista prestato alla politica come DonatoToma dovrebbe attrezzarsi meglio prima di addentrarsi nella complessità della storia e avanzare proposte dissennate.
In occasione della giornata dedicata al massacro delle foibe, il presidente della Ragione si è infatti concesso alle telecamere di Telemolise per rilasciare questa dichiarazione: “Vorrei lanciare una provocazione in merito alle varie giornate dedicate alle varie vittime delle violenze di nazisti, di partigiani di Tito e di terroristi di tutti i colori. Quella cioè di indire una giornata unica per tutte le violenze e i genocidi, un giorno in cui si ricordi che Caino ha ucciso Abele”.

Caso vuole che, proprio in quelle ore, la comunità ebraica protestava contro un alto dirigente del ministero dell’Istruzione per aver equiparato gli italiani giuliano-dalmati vittime delle persecuzioni titine agli ebrei sterminati dalla Shoah. Un paragone improponibile che il ministro Patrizio Bianchi, ha dovuto subito sconfessare con queste parole: “Ogni dramma ha la sua unicità, va ricordato nella sua specificità e non va confrontato con altri”.
Una lezione bella e buona per l’ingenuo Toma che se l’è scampata solo perché la sua ideona è rimasta mediaticamente orfana.

Lo storico Gianni Oliva afferma che il silenzio che le avvolse le foibe fu italiano per l’atteggiamento del Pci e fu internazionale per la rottura tra Stalin e Tito che spinse il blocco occidentale a stabilire rapporti meno tesi con la Jugoslavia in funzione antisovietica.
Tuttavia fu proprio l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a spezzare la congiura del silenzio nel Giorno del Ricordo del 2007 quando affermò «Va ricordato l’imperdonabile orrore delle foibe e della congiura del silenzio. Di quella non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità dell’aver negato, o teso a ignorare, la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica, e dell’averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali».
Da sempre la destra fa un uso politico sul Giorno della Memoria, ma il più autorevole studioso delle foibe, Raoul Pupo, tiene a ricordare che “le foibe sono solo una grande tragedia italiana”.

 

 

Giuseppe Tabasso334 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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