“Una donna provvisoria”, un secolo dopo Jovine – Valentina Farinaccio “Non è al momento raggiungibile”

di Giovanni Petta

Giulio Sabò, medico ventottenne, e Vittoria Trivisonno, influencer di trentotto anni, sembrano avere molte cose in comune. L’uno è il personaggio principale di “Un uomo provvisorio” di Jovine, l’altra è la protagonista di “Non è al momento raggiungibile” di Valentina Farinaccio.

L’uno, Sabò, torna in Molise, da Roma, perché costretto da eventi famigliari dolorosi; l’altra, Vittoria, torna in Molise, da Roma, per le conseguenze di un dolore lancinante  provocato dall’amore.

Giulio è più giovane di Vittoria ma la differenza di età non è rilevabile dalle vicende romane dei due personaggi. C’è, invece, qualcosa di invisibile che tiene insieme il disegno delle loro anime: si somigliano, anche se l’uomo vive nella prima metà del Novecento, la donna esattamente un secolo dopo.

Il personaggio di Jovine è “provvisorio” perché non è sconfitto definitivamente. È fiaccato dalla vita ma è tenace nell’immaginare una possibilità di riscatto; riscatto che avverrà con il ritorno alla terra, alle radici. Della provvisorietà del personaggio di Valentina Farinaccio e del suo eventuale riscatto non possiamo dire, per non svelare i punti salienti del romanzo che il lettore scoprirà da sé.

È strepitoso, tuttavia, rilevare questa vicinanza di intenti tra lo scrittore migliore della nostra terra e Valentina Farinaccio, scrittrice che vive addosso alla contemporaneità e che dalla contemporaneità si fa penetrare, che del presente fa in modo che si impregni il suo stile e le sue storie.

Attraverso la narrazione delle vicende di Vittoria Trivisonno, la protagonista di cui abbiamo già detto, Valentina Farinaccio scandaglia il presente di una donna che vive sola (delle donne che vivono sole) e che attraverso Internet – Instagram nel caso specifico – trova un modo per dare senso al tempo, per mantenersi economicamente, per riempire i vuoti di ogni tipo che, come per ogni altro essere umano di questo tempo sfilacciato e difficile, si spalancano nella luce fredda dei giorni.

«Il grafico a torta della mia vita ha due voci soltanto: il corpo (settanta per cento), le relazioni sentimentali (trenta per cento) (…) La torta di F è piena di fettine: Aspetto fisico (venti per cento), L’amore (venti per cento), ma poi ci sono anche Gli amici (dieci per cento), Il lavoro (quindici per cento), La famiglia (venti per cento), Il padel (cinque per cento), La cucina (dieci per cento.

Il padel?, domando sconvolta.

Mina tira su le spalle, evidentemente per F è importante, spiega, ma solo al cinque per cento. Vuol dire che se un giorno F perde la sua partita di padel non dirà di sé che, per questo, nella vita ha fallito.»

È un libro doloroso, quello di Valentina Farinaccio. Un viaggiare, senza ammortizzatori, nelle vite squilibrate degli Uomini del nuovo millennio. Squilibrate proprio nel senso del puntare tutto su un unico settore (la torta con due voci soltanto); squilibrate perché prive della saggezza di chi è capace di un investimento diversificato. “Non è al momento raggiungibile” rivela le ansie penetranti dei quarantenni di oggi, la loro necessità di falsificazione del reale per poter resistere e non annegare nel niente; al tempo stesso, però, racconta la capacità di quella generazione – una competenza specifica e non sempre, purtroppo, continuativa – di trovare la bellezza anche nel mondo difficile, impossibile per certi versi, che chi ha vissuto precedentemente ha lasciato in eredità. E non è facile, davvero non è facile per questi giovani uomini, per queste giovani donne. Valentina Farinaccio coglie ogni elemento di questa sintesi altalenante tra il nichilismo più becero e volgare e i tentativi poetici di quei giovani che non vogliono arrendersi al brutto, all’utile fine a se stesso, alla fatica che abbrutisce e che non gratifica, a tutto ciò, insomma, che i padri hanno lasciato in eredità ai figli.

Ma le generazioni precedenti non hanno prodotto solo tale bruttezza. Sono anche responsabili, spesso inconsapevolmente, di mancanze gravissime. Quei vuoti che Vittoria riempie con il cibo, con il numero dei followers, con i like alle foto che posta, con gli incontri d’amore le cui attese generano altro vuoto… Vuoti che causano “provvisorietà” pericolosa, squilibrante. Ma cosa poteva saperne Jovine del lavoro a tempo determinato dei giovani d’oggi? Cosa poteva saperne della precarietà che gli adulti provano subdolamente a chiamare, in presenza dei giovani, flessibilità. Cosa poteva saperne dell’invenzione continua di una professione a cui sono costretti gli uomini d’oggi, a cui Vittoria è costretta nel tentativo di trovare la sua dignità e il suo posto nel mondo? Cosa poteva saperne di questa nuova e più letale provvisorietà?

 

E, poi, l’amore. Vittoria ne parla a una sua amica.

«State insieme?
Ma che ne so!, rifugiandomi in un sorso d’acqua senza sete.
Devi saperlo per forza, ci stai tu, non io.
Mi fa sesso. Non gli resisto. E non fare quella faccia.
Non la controllo la faccia, lo sai. Dài, dimmi meglio!
È che mi fa sentire… senza peso.
Più magra, dici?, Serena me lo aveva chiesto con un pizzico di scherno.
Né magra, né grassa. Ma in un posto leggero. Un posto in cui il mio corpo non è troppo, e non è
poco: una stanza bianca. Lui ci entra, e da quel momento in poi io divento liquida. Quasi perfetta.»

Valentina Farinaccio rileva la presenza dei temi perenni della letteratura e della vita all’interno delle anime dei suoi contemporanei. Coglie la classicità che da sempre è presente nel presente. Ravviva la forza dell’amore. Evidenzia la presenza del dolore nelle vite degli uomini ma anche la pigrizia di chi non vuole allontanarsene: «Chissà quante altre felicità ho scelto di non ricordare. Solo per poter fallire tranquillamente, e senza darmene la colpa.»

“Non è al momento raggiungibile” è un libro duro. Come il presente in cui ci muoviamo. Come la vita, di ogni luogo, in ogni tempo. È la fotografia di una società complicata e spesso disumana, in cui ogni attimo di consapevolezza, di verità, si compra a caro prezzo. Si paga con il dolore.

Giovanni Petta75 Posts

È nato nel 1965 in Molise. Ha pubblicato le raccolte poetiche «Sguardi» (1987), «Millennio a venire» (1998) e «A» (2016); i romanzi «Acqua» (2017), «Cinque» (2017) e «Terra» (2021) ; il saggio giornalistico «L'Italia delle regioni, il Molise dei ricorsi» (2001) e, con lo pseudonimo di Rossano Turzo, «TurzoTen« (2011) e «TurzoTime» (2016). Allievo di Mogol, ha inciso «Non crescere mai» (1993), «Trema terra trema cuore» (single, 2003), «Il bivio di Sessano» (2012). Ha diretto le testate «Piazzaregione» e «L'interruttore». Ha coordinato l'inserto molisano de «Il Tempo».

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