Marziani in Molise/ Una campagna elettorale da sballo

di Giuseppe Tabasso

I massimi decisori di casting elettorali e di smistamento geografico dei candidati hanno commesso castronerie imperdonabili. Personaggi come Casellati, Cesa e Lotito li puoi pure sversare in calderoni lombardi o siciliani, ma se li fai paracadutare su piccoli granai di voti tipo Lucania e Molise, calpesti sensibilità locali e combini grossi pasticci umani.

“Uno schifo” ha sentenziato Filoteo Di Sandro, fratello d’Italia fin da bambino, che ha fatto tremare le vittoriose certezze della destra molisana, ricevendo in cambio il cimiteriale “riposa in pace” augurato da Berlusconi alle transfughe Carfagna e Gelmini.

Sta a vedere che in questa Italia sull’orlo del burrone, il Molise diventa la regione più incazzata e vendicatrice verso la destra e i suoi paracadutati. Che almeno fossero personalità di spiccato spessore politico e di immacolati curricula.

Lorenzo Cesa ha avuto vari problemini con la giustizia ed è rimasto famoso perché (dopo che il deputato Udc Cosimo Mele finì coinvolto in una storia di prostituzione) propose un’assurda indennità parlamentare “contro le tentazioni”, cioè un contributo finanziario ai parlamentari per il trasloco nella capitale di figli e mogli “guardiane”.

E non è che Claudio Lotito, boss del calcio italiano nonché parlamentare di Forza Italia, sia uno stinco di santo (vedi sul sito calcioclub “Claudio Lotito -Tra intercettazioni, appalti e ricatti: la storia dell’uomo più potente del nostro calcio”).

Lotito è un Berlusconi in sedicesimo. Ha saputo farsi soldi, tanti soldi, poi ha capito la forza del rapporto tra calcio e voti e ci si è buttato, poi ha copiato da Silvio anche lo schema Milan+Monza con Lazio+Salernitana. Lo chiamano “Lotirchio”, ma in cambio di voti sarebbe capace di promettere la serie B al Campobasso Calcio.

Del resto il campionario di candidati impresentabili ma “non incandidabili, ai sensi di legge” è piuttosto ampio in quasi tutti i partiti. La lista dei reati è lunghissima, ma il caso ovviamente più esplosivo rimane quello di Berlusconi, che è tuttora sotto processo nel Ruby Ter con richiesta di condanna a sei anni per corruzione in atti giudiziari e ora corre per il Senato da cui fu espulso dopo una condanna a quattro anni per frode fiscale.

Poi c’è la raccapricciante marea di fascio-nostalgici documentata da Paolo Berizzi, il cronista più esperto in materia. Un elenco implacabile dal quale esce a sorpresa perfino un big di FdI come Francesco Lollobrigida, cognato di Giorgia Meloni, capolista nel collegio Lazio 1, che nel 2012 inaugurò ad Affile a spese della Regione un mausoleo dedicato al gerarca e criminale di guerra Rodolfo Graziani, detto il “macellaio di Etiopia”.

Giuseppe Tabasso366 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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