Gianfagna-Lotito, la vera sfida tra vecchio e nuovo Molise
La scheda elettorale che infileremo domenica nell’urna non avrà un impatto soltanto sul Governo, ma anche sul posizionamento dell’Italia nell’Unione Europea. Non a caso tutti i giornali stranieri titolano “L’avvenire dell’Europa si gioca a Roma”
Romano Prodi, che dal 1999 al 2004 fu a capo della Commissione europea, ha espresso la sua preoccupazione con la parola: emarginazione. Cioè il timore che l’Italia perda credito e retroceda tra i Paesi euroscettici e sovranisti.
L’ultimo campanello d’allarme è stato il voto espresso a Strasburgo da Fratelli d’Italia e Lega contro il rapporto che condanna il regime ungherese di Orbán. Questo significa che il nostro voto non va solo a Roma, ma vola anche a Bruxelles.
Domenica prossima anche il Molise potrebbe giocarsi il suo futuro soprattutto nel vero scontro finale tra Rossella Gianfagna e Claudio Lotito, paragonabile a una specie di Meloni-Letta in sedicesimo. Caso vuole che in entrambe le sfide ci sia un fattore D come Donna che per molti analisti è un elemento di novità, mentre per altri il caso Meloni non fa testo in quanto erede di un partito di antica tradizione maschilista-paternalista in contrasto col profilo femminile dato da Letta al suo partito.
Tuttavia nel nostro caso la questione di genere non c’entra. Conta invece in modo decisivo lo scontro finale tra le due facce del Molise: quella di una Nomenklatura che detiene potere politico, economico e mediatico e quella dell’impegno civico e del rinnovamento.
Due facce in pieno contrasto, come quelle dei candidati a rappresentare il Molise al Senato, Gianfagna e Lotito. Distanti e diversi per caratura politica, culturale e personale.
Da una parte la caparbia molisana doc, una vita nella scuola, che vuole “portare Roma in Molise”. Dall’altra un manager travestito da molisano, una vita tra banche e stadi di calcio, che non può vantare nemmeno una fedina penale del tutto immacolata.
Gran finale? Se perde lui, si sgretolerà tutta la filiera Toma-Patriciello fino alle prossime elezioni regionali.
Giuseppe Tabasso360 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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