Marcia su Roma e dintorni/Fu un molisano, Alessandro Marracino, a scrivere l’atto di stato d’assedio
Ottobre 1922: la sera del 27 è la vigilia della marcia su Roma. Migliaia di camicie nere sono adunate prima a Napoli, poi a Perugia, Civitavecchia e nei pressi di Roma. Il primo ministro Luigi Facta si reca da Vittorio Emanuele IIIº a Villa Savoia dove si decide di proclamare lo stato d’assedio.
Bisogna redigere subito il decreto di promulgazione, Facta torna di corsa al suo ufficio e chiama il sottosegretario al dicastero della Guerra, un esperto giurista che lavora tutta la notte sul testo affinché il re possa firmarlo. Il suo nome è Alessandro Marracino.
Alle 5 del mattino Facta presiede un Consiglio dei ministri, alle 8 si reca al Quirinale col decreto in mano per la firma ma, come sappiamo, il Savoia ci ripensa (e su cosa avvenne nella notte è ancora un giallo), ripone nel cassetto il decreto e nel pomeriggio del 29, fa chiamare Mussolini a Milano per affidargli l’incarico di capo del Governo.
A difesa di Roma erano schierati 28 mila uomini delle forze armate e molti storici ritengono che la firma del decreto avrebbe bloccato il golpe squadrista e costretto Mussolini a riparare all’estero. Il resto è storia. Ma chi era Marracino? Proveniva da famiglia di Vastogirardi poi distribuita tra Isernia e Bojano. Suo fratello Mario (1892-1958), fu giornalista e romanziere dalla vena sarcastica e surrealistica. Tale da indurre un genio come Achille Campanile a plagiare titolo e alcuni brani di un suo sapido libro: In montagna è un’altra cosa.
Alessandro (1867-1941), giurista, docente universitario di diritto civile, deputato radicale nel 1919, quindi del Partito Democratico nel 1921 e infine senatore del Regno nel 1933. Emerse come politico con requisiti da grand commis dello Stato sotto ogni regime: si acconciò infatti al fascismo distinguendosi dai due deputati molisani Errico Presutti e Giulio Colesanti, ai quali era accomunato da una formazione di stampo liberal democratico e massonico (quando la massoneria era un’altra cosa).
Marracino, uomo di establishment, aveva una doppia personalità che gli faceva coltivare parallelamente la passione per la politica e per la musica. Pianista autodidatta e compositore, si cimentò con la lirica e un suo melodramma in 4 atti dal titolo Corrado, tratto da Il corsaro di Byron, fu rappresentato al San Carlo di Napoli e al Politeama Adriano di Roma (vedi saggio del musicologo Vincenzo Lombardi “Musicisti molisani della seconda metà del XIX secolo”, in Almanacco del Molise 2002/2003).
Protagonista dell’opera è Medora, nome che Marracino imporrà alla sua ultima figlia, ricordata nel libro Il tempo sospeso, Donne nella storia del Molise (Editrice Filopoli, Campobasso 2007) di Rita Frattolillo e Barbara Bertolini. Medora Marracino (laurea in chimica con lode, poliglotta e pianista come il padre) durante la guerra si ritirò coi suoi sette figli a Vastogirardi dove nascose varie persone (tra cui il critico musicale Modigliani, ebreo) nei sotterranei del palazzo di famiglia e, grazie alla sua conoscenza del tedesco, riuscì a scongiurare la distruzione del paese e la fucilazione di due compaesani accusati di sabotaggio.
Vale infine ricordare che la prima figlia di Alessandro Marracino, Tina ebbe un figlio, Maurizio Bucci, diplomatico di razza che fu ambasciatore italiano presso le Nazioni Unite.
Giuseppe Tabasso360 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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