Un altro Molise è possibile si presenta: faremo la rivoluzione

Si è svolta stamattina, presso gli splendidi locali dello “Spazio sfuso”, in piazza Pepe a Campobasso, la conferenza-stampa di presentazione dell’associazione politico-culturale “Un altro Molise è possibile”.

Per la giovane associazione erano presenti, oltre al presidente Biase D’Andrea 25 anni, leader storico del movimento studentesco locale, alcuni componenti del direttivo: il giornalista Paolo Di Lella, Isabella Astorri, presidente della Sipbc-Molise, conosciutissima nel capoluogo per il suo instancabile impegno civile e culturale, Rossano Pazzagli, docente Unimol, ormai punto di riferimento assoluto per tutti coloro che si occupano di territorio e Giovannino Cornacchione, noto attivista per l’ambiente.

Il primo a parlare è stato Paolo Di Lella che si è soffermato sulla natura e sullo scopo del nuovo soggetto. Tutto è partito – ha detto Di Lella – dalla pubblicazione di un volume, edito già un paio di anni fa da IBC Edizioni con la collaborazione della Cgil e con la prefazione di Mons. Giancarlo Bregantini Vescovo dell’Arcidiocesi Campobasso-Bojano, intitolato per l’appunto “Un altro Molise è possibile” da cui l’associazione ha preso poi il nome. Si tratta di una raccolta di una trentina di contributi provenienti da esperti dei vari settori, dalla sanità all’istruzione, dalla mobilità alle energie rinnovabili, oltre a tutti gli altri asset fondamentali per il funzionamento della società. Si è scelto di non interpellare soltanto tecnici, ma soprattutto lavoratori e operatori dei vari ambiti. Ciò che abbiamo voluto dimostrare – ha continuato Di Lella – è che nella società ci sono saperi, conoscenze, competenze che messe insieme sono capaci di delineare un nuovo modello di sviluppo per la nostra regione, adatto alle vocazioni del territorio, sostenibile e, soprattutto capace di portare fuori il Molise dal guado in cui è invischiato proiettandolo nel futuro, parola che da tempo non si sente più pronunciare da queste parti. Questa intelligenza sociale è infinitamente più potente di quella espressa dai nostri rappresentanti politici, a parte poche eccezioni, assolutamente inadeguati e autoreferenziali. In tutto ciò abbiamo individuato nei giovani il soggetto rivoluzionario in grado di scompaginare le vecchie strutture clientelari e di far saltare quel tappo formato dai vari comitati di affari che hanno governato negli ultimi 20 anni che ci impedisce di progredire. Proprio quei giovani che questa classe dirigente ha condannato all’invisibilità e all’emigrazione saranno protagonista di una rivoluzione di cui vi è assoluta necessità.

Subito dopo ha preso la parola Isabella Astorri.
È innegabile che sia la destra sia la sinistra, che hanno governato negli anni la nostra regione, non hanno operato per garantire un futuro che possa offrire una qualità della vita dignitosa ai molisani e soprattutto ai giovani. E questo in tutti i campi, dal lavoro alla sanità, dai trasporti alla tutela del territorio. Nel nostro progetto i giovani hanno un ruolo centrale, in quanto portatori di competenze, entusiasmo e voglia di fare.
Con chi ha più anni di loro condividono la necessità di riportare la politica al suo ruolo essenziale, all’attenzione per il bene comune, al valore della democrazia, alla tutela dei diritti di tutti, alla fine di ogni clientelismo.

Poi è stata la volta di Rossano Pazzagli. Ridare voce al Molise per cambiare rotta, salvaguardando i beni comuni e riportando i servizi essenziali, a partire da sanità, istruzione e mobilità, dare valore al territorio e al paesaggio, mettere al centro le risorse rurali e turistiche, promuovere la cultura e la partecipazione sociale. Saranno queste le linee programmatiche di “Un Altro Molise è Possibile”, un’associazione di giovani che prova a diventare soggetto politico nuovo. Cambiare rotta vuol dire cambiare modello, nel metodo e nei contenuti, per andare oltre un ceto politico in giacca e cravatta, lontano dalla vita quotidiana delle persone e dei territori. Un Altro Molise è Possibile potrebbe essere la vera e unica novità delle prossime elezioni regionali, un faro per chi ha perso fiducia nella politica e nelle istituzioni.

Infine è intervenuto il presidente dell’associazione, Biase D’Andrea.
I dati riguardanti l’affluenza della tornata elettorale regionale di Lazio e Lombardia ci consegnano un quadro desolante. La politica, soprattutto, quella locale, parla esclusivamente di alleanze, come se l’obiettivo unico fosse l’autoconservazione del potere e non il miglioramento della vita delle persone. Ecco perché c’è la necessità di fare capire che c’è un mondo, nella nostra Regione, che è pronto a sfidare questo metodo. Lo faremo nei prossimi due mesi costruendo assemblee pubbliche sui territori per ascoltare i bisogni delle persone e ragionare insieme le soluzioni possibili. Tramite queste assemblee costruiremo la nostra squadra di candidate e candidati, persone competenti, libere dai giochi delle clientele e rappresentative dei territori. Parleremo di Lavoro, Sanità, Desertificazione delle aree interne, Politiche Giovanili, Trasporti. Lo faremo senza indugi, analizzando innanzitutto le responsabilità politiche delle mancanze oggettive esistenti su questi temi, trasversali al centro-sinistra e al centro-destra. Abbiamo bisogno di tutte le energie possibili per invertire la rotta e costruire una campagna elettorale fatta di proposte e contenuti e non di mero conteggio delle preferenze. Vincere per vincere non ci interessa, noi vogliamo invertire la rotta.

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