Un 25 novembre contro la normalità del male

La straziante uccisione di Giulia Cecchettin ha suscitato emozioni e indignazioni che esploderanno oggi in tutta Italia. Sarebbe bello che alle manifestazioni di protesta partecipassero più uomini che donne. Ad ogni modo la forte reattività nazionale dimostra che in fondo produciamo anticorpi di condanna a stragi così insopportabili.

Ma cosa fare finché non ci sarà una sola donna uccisa da un uomo? Come sopprimere la normalità del male misogino e patriarcale? Quando raggiungeremo una vera parità di genere?

E’ un problema storico che comporta cambiamenti di mentalità e di mutazioni antropologiche che investono tanti Paesi. Pensate a quelli dominati dalla Sharia dove la violenza e la carcerazione di donne sono addirittura istituzionalizzate. (Dacia Maraini li descrive “In nome di Ipazia”)

La Chiesa di un grande Papa come Francesco ha subito veri cambiamenti rispetto a quella di tanti anni fa quando Famiglia Cristiana pubblicava precetti sui “Doveri delle spose” che iniziavano: 1° Voler bene al marito; 2° Rispettarlo come capo; 3° Obbedirlo come nostro superiore.

E’ l’antico profumo di tempi che non esistono più, come “Dio, Patria e Famiglia”. Persiste invece una “cultura” del possesso e della donna oggetto che fa precipitare tanti maschi agli inferi, per risalire dai quali necessita un rieducativo percorso umano dinanzi al quale la politica ha responsabilità enormi a tutti i livelli.

***
Anatomia di un Governo molisessista –
Se tastiamo il polso regionale si scopre che in materia di maschilismo la nostra regione sta messa proprio male considerando che è l’unica in Italia ad avere un governo senza donne. (Del resto perfino il Partito Comunista cinese ha un’Assemblea di 2.980 deputati, tutti maschi).

Ma non basta. Paolo Spina, presidente della Camera di commercio, rivela coraggiosamente che anche il mondo imprenditoriale è maschilista.

Poi c’è l’indimenticabile cena pre-elettorale in onore di Patriciello organizzata in Agnone da Pompeo Sciulli, presidente Anci. Una folla di commensali tutti maschi, manco una donna, una di numero.

E infine Roberti che, a due giorni dall’uccisione di Giulia Cecchettin, s’imbroda in un post molisessista su donne “portatrici di danni e sventure”.

Altro che parità di genere e metà del cielo femminile. Il governo del Molise è un anello di congiunzione tra retaggi patriarcali e misoginia, ma con l’alibi femminile di Giorgia che però si fa chiamare “il presidente”.

Postilla – Brani di un testo di Stefano Bartezzaghi letto da Paola Cortellesi:
• Un cortigiano: un uomo che vive a corte
• Una cortigiana: una mignotta
• Un uomo disponibile: un uomo gentile e premuroso
• Una donna disponibile: una mignotta
• Un uomo che ha un protettore: un intoccabile raccomandato
• Una donna che ha un protettore: una mignotta
• Uno squillo: il suono del telefono
• Una squillo: una mignotta

Giuseppe Tabasso360 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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