Giornata Internazionale dell’Educazione

fonte foto ©UNESCO/Emily Pinna

Il 24 gennaio la data che celebra un diritto fondamentale e che permette di riflettere sul potere dell’educazione e dell’istruzione necessario per fornire alle persone e alle comunità i mezzi fondamentali per orientarsi e comprendere

di Miriam Iacovantuono

Il diritto all’educazione è fondamentale per ogni individuo e va riconosciuto e garantito. Si tratta, dunque, di un valore di primaria importanza a livello sociale e culturale e deve essere garantito a ogni bambino e bambina, ragazzo e ragazza. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel tempo, ha adottato diversi strumenti che prevedono l’affermazione del diritto all’educazione oltre a indicare gli aspetti fondamentali affinché tale diritto possa essere applicato.

La Giornata Internazionale dell’Educazione, istituita dall’UNESCO nel 1994 e che si celebra il 24 gennaio, vuole essere un momento importante per riflettere su come l’educazione è un elemento imprescindibile per aiutare le persone, soprattutto i più giovani, nella costruzione del proprio futuro e per evidenziare che sono ancora tanti i problemi che impediscono a milioni di persone di accedere all’istruzione.

Non possiamo infatti non pensare al legame che intercorre tra educazione e istruzione e come l’obiettivo della Giornata Internazionale dell’educazione è quello di “promuovere l’educazione come un diritto umano fondamentale e un mezzo fondamentale per lo sviluppo personale, sociale e economico”.

Allo stesso modo il diritto all’istruzione deve essere garantito a tutti, così come recita l’articolo 34 della nostra Costituzione: “la scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.

E dunque se in Italia  il diritto all’istruzione risulta essere garantito ai minori tra i 6 e i 16 anni di età, c’è una fascia di popolazione che si trova in una situazione di vulnerabilità. Bisogna poi considerare il fenomeno dell’alfabetismo che secondo i dati ISTAT coinvolge 300 mila persone adulte.

Analizzando invece i dati relativi all’abbandono scolastico l’Istituto di Statistica evidenzia che i ragazzi che lasciano il proprio percorso di studi prima del conseguimento del diploma è pari al 13,1%, per un totale di circa 543mila giovani.

Un dato più alto rispetto ad altri Paesi europei dove la media è del 9,9%. In Italia le regioni che si collocano al di sotto del dato europeo sono cinque – Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Emilia Romagna e Marche. La percentuale invece aumenta in Puglia, Calabria, Campania con il 15% e in Sicilia con poco più del 19%.

Se dunque in Europa, in Italia e anche nel Molise la situazione risulta ben arginata, è necessario superare i confini dell’indifferenza e porgere lo sguardo in quei Paesi dove troppo spesso la povertà educativa si interseca con la povertà materiale.

Infatti come si legge sul portale Sos Villaggi dei Bambini Italia, “secondo le stime della Inter-agency Network for Education in Emergencies, il 50% dei giovani della popolazione globale non frequenta la scuola e ci sono oltre 250 milioni di bambini e ragazzi che non sanno leggere, scrivere, contare. Parlare di educazione e richiedere il rispetto di questo diritto per tutti i bambini del mondo è quindi davvero una priorità”.

I dati internazionali evidenziano che 262 milioni di bambini e ragazzi non frequentano la scuola; 617 milioni di bambini e adolescenti non sanno leggere e fare compiti di matematica di base; meno del 40% delle ragazze nell’Africa sub-sahariana completa la scuola secondaria inferiore e circa 4 milioni di bambini e giovani rifugiati non vanno a scuola.

La Giornata Intenzionale dell’Educazione deve essere un’occasione per riflettere sul fatto che attraverso una istruzione equa e di qualità è possibile raggiungere l’uguaglianza di genere e quindi arginare la povertà che da troppo tempo sta lasciando indietro milioni di persone.

Dunque, affinché il diritto all’istruzione e quindi all’educazione non venga più violato, è necessario ascoltare l’invito dell’UNESCO che esorta i Governi e tutti gli enti competenti di fare dell’istruzione una priorità importante e di ascoltare la voce di tutti quei bambini che non si vedono garantire tale diritto, perchè “l’istruzione è un diritto umano, un bene pubblico e una responsabilità civile”.

 

 

 

 

 

 

 

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