Per un Molise autentico, innovativo e cooperativo

Editoriale del numero di luglio 2015

Il Molise sta vivendo un’emergenza straordinaria, poco e pessimamente presa in considerazione dalla sua classe dirigente. Il modello di sviluppo che ha retto la modernizzazione della regione, il “sottosviluppo assistito”, è venuto a consunzione. Dai Governi romani, ormai tutti esecutori più o meno diligenti dei deliberati della Troika (Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale e Commissione Europea), non arrivano più aiuti per il piccolo, tenero, marginale e poco comunicativo Molise, ma continue intimazioni di rientro dai debiti contratti quando la politica, quella spregiudicata dei “moderati” di tutte le risme, ha costruito il blocco sociale conservatore a suo sostegno, espandendo senza controllo la spesa pubblica. I trecentomila molisani ancora residenti fra il Trigno e il Fortore, nonostante paghino le addizionali fiscali più elevate d’Italia, generano un gettito risibile per sostenere i costi di un sistema di servizi (sociali e sanitari), peraltro elefantiaci ed obsoleti. Dovremo imparare a fare da soli, costruendo un modello di sviluppo armonioso ed auto centrato, che dia sostegno, considerazione e responsabilità alle forze produttive sociali, e ai nostri giovani innanzitutto.

In questa prospettiva opera la rete nutrita che sostiene il nostro progetto culturale.A fine luglio, nella splendida villa De Capoa a Campobasso, ambienteremo un incontro fine-settimanale intitolato “Un Molise autentico, innovativo e cooperativo”, con l’intenzione di fare una ricognizione delle idee e delle esperienze in grado di dare corpo e significato ai tre aggettivi che, dal nostro punto di vista, dovrebbero caratterizzare la condizione contemporanea della nostra minuscola e stremata comunità. Il Molise degli anni venturi dovrà essere autentico perché dovrà essere in grado di valorizzare la genuinità delle sue produzioni, coniugandole con un ambiente con ancora (del tutto) compromesso e con una storia marginale e poco conosciuta, anche per questo di grande evocatività. Dovrà essere innovativo perché, facendo perno innanzitutto sulla sua università dovrò adottare, incentivare e diffondere la creatività e la ricerca per le attività produttive e per le loro applicazioni. Agricoltura biologica, stampanti a 3D, energie non fossili e rinnovabili, forme orizzontali e condivise di risparmio e di finanza (il crowdfunding per esempio), il turismo d’innovazione e politiche culturali inclusive e sperimentali, sono già prospettive alla nostra portata, coniugando le quali possiamo dar vita ad una regione-laboratorio, scaturigine dialettica e policentrica della operatività esordiente del blocco sociale progressista inclusivo, solidale, colto e giovanile che dobbiamo costruire.

Questo Molise dovrà essere cooperativo, perché dovrà generare una nuova etica della responsabilità individuale e comunitaria, e perché la cooperazione è l’unico vero ed efficace strumento per affrontare l’emergenza occupazionale che riguarda i nostri giovani, e non solo loro. Contro la cattiva cooperazione, quella che ne utilizza truffaldinamente la formula fino alle nefandezze di mafia-capitale, l’ACI (Alleanza della Cooperazione Italiana che mette insieme Confcooperative, Legacoop e AGCI) promuove la raccolta di firme per presentare una legge d’iniziativa popolare con lo scopo di controllare e di perseguire le “cooperative spurie”, quelle costituite per aggirare i principi e le modalità di funzionamento della democrazia economica e dell’economia sociale; noi vi aderiamo convintamente, anche come cooperativa. Abbiamo bisogno di una classe dirgente competente e comunicativa, capace di disegnare la fisionomia prospettica della nostra comunità, di diffondere gli stimoli del suo progetto, in modo che diventi la cultura del nuovo blocco sociale da costruire.

Dobbiamo metterci in grado di valorizzare le nostre migliori vocazioni, quelle territoriali ma soprattutto quelle antropologiche, perché quello che diventeremo dipenderà innanzitutto da noi.
Che lo sappiamo oppure no.

Antonio Ruggieri75 Posts

Nato a Ferrazzano (CB) nel 1954. E’ giornalista professionista. Ha collaborato con la rete RAI del Molise. Ha coordinato la riedizione di “Viaggio in Molise” di Francesco Jovine, firmando la post—fazione dell’opera. Ha organizzato e diretto D.I.N.A. (digital is not analog), un festival internazionale dell’attivismo informatico che ha coinvolto le esperienze più interessanti dell’attivismo informatico internazionale (2002). Nel 2004, ha ideato e diretto un progetto che ha portato alla realizzazione della prima “radio on line” d’istituto; il progetto si è aggiudicato il primo premio del prestigioso concorso “centoscuole” indetto dalla Fondazione San Paolo di Torino. Ha ideato e diretto quattro edizioni dello SMOC (salone molisano della comunicazione), dal 2007 al 2011. Dal 2005 al 2009 ha diretto il quotidiano telematico Megachip.info fondato da Giulietto Chiesa. E’ stato Direttore responsabile di Cometa, trimestrale di critica della comunicazione (2009—2010). E’ Direttore responsabile del mensile culturale “il Bene Comune”, senza soluzione di continuità, dall’esordio della rivista (ottobre 2001) fino ad oggi. BIBLIOGRAFIA Il Male rosa, libro d’arte in serigrafia, (1980); Cafoni e galantuomini nel Molise fra brigantaggio e questione meridionale, edizioni Il Rinoceronte (1984); Molise contro Molise, Nocera editore (1997); I giovani e il capardozio, Nocera editore (2001).

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