Una cena all’insegna della convivialità

Da qualche mese si è costituita in Molise, a S. Giovanni in Galdo, la Condotta Slow Food “Galdina” che agirà nei comuni dell’Unione del tappino (provincia di CB) con lo scopo di sviluppare attività all’insegna della filosofia slow food.

L’iniziativa giunge significativamente dopo che un’altra manifestazione su cui Slow Food punta moltissimo, gli Stati generali delle popolazioni appenniniche, alla sua seconda edizione in assoluto, si era svolta tra il 16 e il 18 ottobre scorsi nel piccolo comune alto-molisano di Castel del Giudice dove – come ha scritto lo stesso Carlo Petrini su Repubblica – l’azione convergente di due imprenditori illuminati, di un’amministrazione lungimirante e di una comunità competente e partecipe, ha creato quattro asset di sviluppo che garantiranno la vita di quel territorio per le attuali e future generazioni, riqualificando, oltretutto, zone ed edifici abbandonati e creando occupazione, turismo e prodotti di altissima qualità, nel pieno rispetto del territorio e con la partecipazione attiva degli abitanti.

Già in quella occasione era emerso un dato incoraggiante per il futuro della nostra regione martoriata da un ventennio di politiche clientelari: che pur in un contesto assai problematico, in cui la cosiddetta classe dirigente appare così inadeguata da far rimpiangere l’epoca del sottosviluppo assistito guidato dalla Democrazia cristiana, agisce un’élite colta, preparatissima e con le idee chiare sul da farsi, di giovani che coraggiosamente, nonostante tutto, segnando una clamorosa inversione di tendenza, scelgono le aree interne come sede della loro attività e luogo in cui vivere, concependo veri e propri esempi da condividere e replicare dalla Calabria alla Liguria.

Proprio con questo spirito e con l’intenzione di assicurare al Molise un futuro rurale, così come le peculiarità del nostro territorio sembrano suggerire, nel pieno rispetto della natura, della bio-diversità, del patrimonio materiale e immateriale giunto fino a noi, la neonata Condotta Galdina ha organizzato per venerdì 9 settembre, a S. Giovanni in Galdo, a partire dalle ore 20, una cena gratuita all’insegna della convivialità, organizzata con la formula dell’eat-in (https://www.youtube.com/watch?v=lsEnVDcb0bM).

Il punto di partenza di questa bellissima iniziativa sta nel discorso che Carlo Petrini e don Ciotti hanno fatto a l’Aquila lo scorso Luglio.
Entrambi hanno sottolineato – come ci ha raccontato Michela Bunino, fiduciaria della Condotta galdina – l’importanza della comunità in ambienti come questo in cui l’agro-alimentare è uno degli elementi essenziali, rispetto al quale le persone, la tradizione, le conoscenze rappresentano i cardini fondamentali.
E poi c’è il fatto altrettanto dirimente rappresentato dall’arricchimento che giunge alle comunità locali dalla multietnicità e dalla multiculturalità di cui il fenomeno migratorio, che si sta svolgendo in maniera più sostanziosa in questi ultimi anni per effetto soprattutto dei conflitti che stanno dilaniando i paesi nord-africani, è portatore.

Sono proprio questi uomini e queste donne che arrivano dall’altra parte del Mediterraneo, infatti, a portare le mani e soprattutto la capacità di continuare certe tradizioni. Imparano la coltivazione dei terreni, la trasformazione dei prodotti e così si inseriscono all’interno delle nostre comunità e della nostra cultura non solo portando la loro capacità di lavorare ma anche integrando la nostra tradizione con i loro usi e costumi. La cena, dunque, si consumerà attorno ad una grossa tavolata, nel centro del paese, composta dalle pietanze che ciascuno vorrà portare da casa (chi preferisce non cucinare porterà comunque un prodotto acquistato in loco). Un po’ come si faceva una volta nei paesi dove la gente in estate portava in strada quello che aveva cucinato e lo condivideva con gli altri. Una filosofia che la gente conosce perfettamente.

Un folto gruppo di cittadini di S. Giovanni, coadiuvati dai soci della Condotta cucineranno diverse prelibatezze secondo la tradizione del posto.
I ragazzi della Condotta galdina, da parte loro, porteranno tre piatti: due piatti etnici preparati da quattro ragazzi dell’associazione “Dalla parte degli ultimi” (che si occupa appunto dell’accoglienza di migranti), uno afghano e uno pakistano, mentre affianco a loro, due signore del posto cucineranno un piatto locale, pasta e fagioli, senza però il maiale perché lo spirito – ce lo ricorda ancora Michela – è quello per cui “tutti mangiano tutto”.

Paolo Di Lella100 Posts

Nato a Campobasso nel 1982. Ha studiato filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Appena tornato in Molise ha fondato, insieme ad altri collaboratori, il blog “Tratturi – Molise in movimento” con l'obiettivo di elaborare un’analisi complessiva dei vari problemi del Molise e di diffondere una maggiore consapevolezza delle loro connessioni. Dal 2015 è componente del Comitato scientifico di Glocale – Rivista molisana di storia e scienze sociali (rivista scientifica di 1a fascia), oltre che della segreteria di redazione. Dal 2013 è caporedattore de Il Bene Comune e coordinatore della redazione di IBC – Edizioni. È autore del volume “Sanità molisana. Caccia al tesoro pubblico”. È giornalista pubblicista dal 2014

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