Il compagno Ruta all’arrembaggio

 

Si è conclusa da poco la conferenza-stampa convocata da Roberto Ruta per fare chiarezza sulla sua eventuale candidatura per il Parlamento.

Il senatore uscente del PD ha voluto ricordare ciò che avvenne nel 2013 quando la sua candidatura fu l’esito di un percorso condiviso e democratico culminato con le primarie di coalizione in cui risultò il più votato.

Ruta ci ha tenuto – tornando all’attualità – a sottolineare il fatto di non aver inoltrato in questi giorni alcuna richiesta per sé, ma anzi di aver ricevuto dalla segretario regionale del PD Micaela Fanelli una proposta di candidatura, alla quale, dopo una breve riflessione, avrebbe opposto un rifiuto, ritenendo prioritarie le elezioni regionali rispetto alla partita nazionale.

A tal proposito, l’unica soluzione buona per scongiurare una rottura definitiva tra il PD e l’Ulivo 2.0 sarebbe quella di indire le primarie. Peccato – sempre a detta di Ruta – che il PD già a maggio le aveva rifiutate. Anche se, in extremis, la segretaria del PD si sarebbe mostrata disposta a concederle, fissandole per il prossimo 11 febbraio. Una tempistica evidentemente inaccettabile per i neo-ulivisti che, contrariamente al PD, privi di una struttura partitica, non avrebbero il tempo di organizzarsi. Alle orecchie di Ruta, l’apertura della Fanelli suona più che altro come una provocazione. A onor di cronaca, segnaliamo che dall’entourage del segretario regionale del PD filtra un’altra versione, cioè che la data proposta sarebbe quella del 18.

Senza dubbio non ha tutti i torti Ruta quando si lamenta per la mancata convocazione, da parte della segreteria del partito, di un’assemblea regionale, per discutere, tra le altre cose, la questione delle primarie…

Comunque sia, come succede sovente in questi casi, dopo il fallimento delle trattative con la direzione nazionale del partito, il senatore del PD sembra aver ritrovato un’identità a sinistra insospettabile e un romanticismo degno di un militante della prima ora.
Continuerà il discorso dell’Ulivo 2.0, a partire dalle “scommesse che stanno nel dna della sinistra”, a cominciare dalla sanità che deve essere pubblica e di qualità, ha dichiarato in chiusura Roberto Ruta.

Noi, che siamo maliziosi fino alla morte, gli abbiamo domandato se per caso non sia stato oggetto delle trattative anche un’eventuale candidatura in un collegio blindato fuori dal Molise. Ci ha risposto che se qualcuno a suo nome avesse trattato una cosa del genere, in ogni caso non lo avrebbe fatto con il suo consenso.

Un classico.

Paolo Di Lella100 Posts

Nato a Campobasso nel 1982. Ha studiato filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Appena tornato in Molise ha fondato, insieme ad altri collaboratori, il blog “Tratturi – Molise in movimento” con l'obiettivo di elaborare un’analisi complessiva dei vari problemi del Molise e di diffondere una maggiore consapevolezza delle loro connessioni. Dal 2015 è componente del Comitato scientifico di Glocale – Rivista molisana di storia e scienze sociali (rivista scientifica di 1a fascia), oltre che della segreteria di redazione. Dal 2013 è caporedattore de Il Bene Comune e coordinatore della redazione di IBC – Edizioni. È autore del volume “Sanità molisana. Caccia al tesoro pubblico”. È giornalista pubblicista dal 2014

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