Una testimonianza in diretta da Afrin

di Fatima Rasid

Pubblichiamo la testimonianza di Fatima Rasid, comunicata direttamente ad Hikmet Aslan, presidente dell’associazione “Primo Marzo”, sul telefono del quale  è arrivato un messaggio vocale da Reco, un piccolo paese vicino ad Afrin che è sotto il bombardamento turco

Buonasera, vi saluto, mi chiamo Fatima Rasid, vi parlo da Reco, un piccolo paese vicino Afrin che sembra un paradiso, pieno di ulivi e con un territorio assai fertile, meta di tanti visitatori. Adesso Afrin è sotto attacco pesante; 72 aerei bombardano la città giorno e notte e forse anche adesso, mentre vi parlo, voi potete sentire il rumore dei bombardamenti turchi sui civili. Bambini che urlano, donne che scappano ovunque. Voglio che la mia voce vi arrivi perché capiate cosa ci stanno facendo. Ma perché le organizzazioni dei diritti umani non vedono uomini che torturano altri uomini? Il YPG (il coordinamento della resistenza curda) e il YPJ (l’esercito per la difesa delle donne)  sono nostri figli, non si sono mai avvicinati al confine con la Turchia, è stato l’esercito turco ad aggredirci. Tutti devono sentire e devono riflettere per chiedere alla Turchia il motivo di questo attacco ai Curdi  di Afrin. Noi siamo sulla nostra terra, siamo in casa nostra e non la abbanndoneremo anche se dobbiamo morire.
Rivolgo infine un ultimo appello affinché tutti chiedano alla Turchia il perché di questo orrendo massacro.

Michele Colitti30 Posts

Nato a Campobasso nel 1985, ha studiato Media e Giornalismo presso l'Università "Cesare Alfieri" di Firenze. Collabora con la rivista "Il Bene Comune" dal 2010. Giornalista pubblicista dal 2014.

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