Comunicato in difesa del popolo kurdo e dei valori dell’Occidente

di UIKI onlus

Sappia il presidente del consiglio ministero Mario Draghi, che incontra oggi Erdogan, che il Memorandum con cui la Turchia consente a Svezia e Finlandia l’ingresso nella Nato consegna la vita di donne e uomini kurdi esuli in Svezia e Finlandia ad Erdogan, un feroce dittatore. Tutti i rifugiati politici di cui la Turchia chiede l’estradizione svolgono legittime attività professionali e politiche. Tra loro vi sono anche membri del Parlamento, come Amineh Kakabaveh, nata nel Kurdistan iraniano. Ricordiamo a Draghi che Ocalan ha ottenuto asilo politico in Italia ed è cittadino onorario di Napoli, Palermo e tante medie e piccole città.

Tuttavia Ocalan, politologo e storico, leader di un intero popolo, da 23 anni è imprigionato nel carcere di massima sicurezza sull’isola di Imrali, in totale isolamento, contro ogni convenzione internazionale. Erdogan pretende che siano estradate donne e uomini che hanno, anche a nome dell’Italia, sconfitto l’Isis al costo di dodicimila caduti. Donne e uomini che hanno realizzato, nel Rojava, una forma alta di democrazia fondata sulla centralità del ruolo della donna, il rispetto di ogni diversità. Erdogan da mesi bombarda con aerei, droni e artiglieria pesante i territori kurdi oltre il confine iracheno, con vittime civili, devastazione di ospedali, chiese cattoliche, campi coltivati. Ricordi il presidente Draghi che l’allargamento della Nato non può sotto il segno del sacrificio della libertà di un popolo.

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