Parco Nazionale del Matese: il bilancio di previsione dello Stato ne ha disposto l’istituzione

di Lorenzo Sallustio

L’articolo 1, comma 1116 della Legge 27 dicembre 2017, n. 205 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020), ha disposto l’istituzione del “Parco Nazionale del Matese”.

Dopo due anni di consultazioni, convegni, dibattiti, incontri, volti soprattutto a far metabolizzare l’idea alle comunità locali e trovare le giuste soluzioni a possibili criticità riguardanti soprattutto la perimetrazione del nascente Parco, finalmente la Regione Molise ha partorito una “sua” ipotesi di perimetrazione (cartina a destra, Delibera Giunta regionale 558, 30/12/2019; qui il link coi diversi allegati https://bit.ly/2QSsQCV ).

Diverse e giuste considerazioni le ha già espresse Legambiente Molise con questo comunicato ( https://bit.ly/2QuMupr ). Premesso che il coinvolgimento delle popolazioni locali e la loro partecipazione a politiche che impattano sul proprio territorio non è solo giusto, ma ormai dimostrato anche scientificamente in grado di migliorare le stesse performance di salvaguardia e conservazione dell’area protetta per tutta una serie di ragioni, io mi fermo a fare la comparazione tra le due carte qui sotto:a SX la proposta fatta da ISPRA sulla base di dati e analisi di tipo ambientale (dato che il primo scopo è la conservazione) e socio-economico. A DX, invece, l’ipotesi avanzata dalla Giunta regionale, che di fatto ricalca quasi completamente le richieste fatte dai singoli Comuni (e.g., “quel bosco sta dentro, quel bosco sta fuori”). Alla luce di ciò e ferme restando le premesse, mi chiedo:

  1. Può la politica fare delle proposte “a tavolino” praticamente senza tener conto delle evidenze scientifiche e delle esigenze conservative?
  2. Un processo partecipativo davvero costruttivo e utile dovrebbe basarsi su evidenze ed essere mediato da professionisti che utilizzando metodi e tecniche moderne riescano ad ottimizzare il processo?
  3. Si può fare un’analisi di contesto socio-economico e una consultazione col territorio praticamente ignorando che lo stesso (quasi così com’è) è già oggetto di un’altra politica territoriale (Strategia Nazionale Aree Interne), che ha previsto un processo di costruzione di una strategia di sviluppo territoriale dal basso che prevede ingenti investimenti economici?
  4. Può una ipotesi di perimetrazione tracciare semplicemente un “confine” senza preoccuparsi minimamente (si vedano le immagini) di quale potrà essere il regime vincolistico (o possibilità d’uso, se più fa piacere) al suo interno? Alias… se l’ISPRA propone una zonazione (ragionata) perché la politica risponde con un tratto di penna? E’ accettabile?
  5. Della bella idea del corridoio ecologico di connessione col PNALM che ne è stato? Stepping stones invisibili o resistenze insormontabili? Io non nascondo la frustrazione personale nel vedere la materia ambientale che sempre più spesso e pericolosamente rischia di essere confusa con una diatriba da bar, posta su due estremi, entrambi spesso fondati esclusivamente su convinzioni, tra chi non vuol tagliare un fiorellino perché è un dono e chi continua a pensare che l’uomo “possegga la natura” e quindi possa permettersi tutto. Ecco, la cosa che in tutto questo discorso più infastidisce è che gira che ti rigira, la scienza e il metodo scientifico sono comunque messi da parte o, al meglio, utilizzati in maniera pretestuosa e confermativa semplicemente per avvalorare il proprio “credo” (che a bene pensarci però è forse anche peggio che ignorarla del tutto).
    No, non mi spaventa tanto la perimetrazione in sé, quanto un modus cogendi pericoloso che mette da parte storia, fatti ed avanzamenti scientifici (sudati e pagati) per affidarsi al credo del momento… in pratica, un nuovo Medioevo. A questo punto, effettivamente capisco anche perché gli investimenti in ricerca e innovazione vengano spesso visti come “spreco di risorse”… certo, a questo punto anche io convegno, anzi… eliminiamoli completamente questi fondi, tanto nessuno se ne accorgerà.

Fonte: Lorenzo Sallustio facebook

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