Mitt’ e leva (non nel senso di Danilo)

di Rossano Turzo
Turzo Thirtyone Special

Stare quasi due mesi senza una Passatella è stata una cosa dolorosa assai. Abbiamo pure provato a farla da casa, con il computer dei nipoti, ognuno dalla casa seja, ma non era la stessa cosa perché gli ulmi spegnevano la telecamera, dicevano che la rete non funzionava, e si croccavano di nascosto.

Quando Iammacone ha annunciato che bisognava votare per decidere se fare la Fase Due, siamo tutti andati alla Cantina con la mascherina. Siccome dovevamo stare a un metro di distanza l’uno dall’altro – che è una cosa buona pure perché così non senti il scjato di quelli che tengono il fegato fregato – dentro alla cantina ci stavamo a venti cristiani, più altri quattro che Iammacone teneva vicino a lui dall’altra parte del bancone.

Dovevamo votare se riprendere o no la Passatella Live e, siccome noi ci teniamo alla passatella ma pure alla pellaccia, non si sapeva come andava a finire la votazione. Siccome quelli vicino alla porta erano i più cacasotto e Iammacone sapeva che votavano contro la Fase Due; e siccome Iammacone se non ci stiamo noi che facciamo la Passatella non guadagna; siccome tutte queste cose, Iammacone ha detto a quelli che teneva vicino: “Qua non ci potete stare, state troppo vicino. Ripassate a quell’altra parte del bancone”.

Così, i quattro sono ripassati alla nostra parte e i quattro vicino alla porta sono dovuti uscire perché non ci stava il metro di distanza dagli altri. “E noi non votiamo?” hanno detti quelli. “È più importante il vostro voto o la passatella?” ha risposto Iammacone. E così li ha cacciati fuori.

Prima di votare, Iammacone ha detto: “Facciamo un voto solamente ma su due cose, perché io ci tengo alla Passatella ma pure alla vostra salute. Se vince la ripresa mettiamo la distanza di sicurezza a un metro e mezzo così riprendiamo a giocare ma salviamo pure la pelle!” E tutti siamo stati d’accordo.

Quando abbiamo finito di votare e abbiamo deciso di riprendere la passatella, quelli che stavano fuori volevano rientrare ma Iammacone subito li ha bloccati: “Mi dispiace, ma con la distanza di un metro e mezzo non ci sta più spazio per voi!” E così quelli se ne sono dovuti andare alla casa, sbraitando che si iscrivevano al Circolo Acli.

Io e Ruzzone, intanto, che stavamo dentro, abbiamo preso le carte e abbiamo ricominciato. Tutto comapprima.

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