A parte Putin/Dai Montecchi ai Capuleti e da Toma a Greco, la politica può anche divertire

Il risultato più eclatante dei ballottaggi di domenica scorsa è la vittoria del centrosinistra a Verona, storica città di destra, dove si è vista una scena del tutto inconsueta: il neo sindaco Damiano Tommasi che insieme a centinaia di giovani ebbri di felicità, sventolava la bandiera dell’Europa dinanzi al municipio che si erge di fronte all’Arena.

Un gesto di municipalismo dilatato e al di sopra di baruffe domestiche che mai poteva venire in mente al sindaco uscente (Federico Sboarina, Fratelli d’Italia).

Detto per inciso, sarebbe stato bello se anche in Molise un sindaco lungimirante avesse mai sbandierato le 12 stelle di Mamma Europa, quelle che intristiscono appese ai balconi dei municipi.

Tuttavia, a parte i Montecchi e Capuleti veronesi, il bello dei ballottaggi comunali è che alla fine la contesa si restringe a due, come in Francia per le presidenziali.

Pensate se nelle elezioni nazionali e regionali del 2023, potessero scendere in campo (largo, stretto o affollato che sia) due schieramenti opposti ma di chiara identità: uno a trazione sovranista, l’altro a trazione europeista, uno che sventola solo il tricolore, l’altro che sbandiera pure le 12 stelle su cielo azzurro.

Intanto attraversiamo in piena estate giorni politicamente bollenti con bollettini meteorologici e ambientali che sono brutti quando il tempo è bello e viceversa. Però la politica può anche divertire, anzi se rimandate tutto a settembre o al 2023, vi perdereste uno “spettacolo d’arte varia” e rimarreste con “manco un prete per chiacchierar”, come canta il grande Paolo Conte.

Pensate al povero Letta che già era difficile trattare il “Campo largo” con un solo MoVimento 5 Stelle e ora gli tocca farlo con due, tra loro incattiviti. E figuratevi nel Molise, dove parlare di Campo largo a Campobasso si viene equivocati.

Pensate a Toma che a giorni alterni vede boicottata la sua ricandidatura dall’azzimato Michele Marone e dal Filoteo Di Sandro, che sfogliano margherite fingendo di avere in mano la graticola sulla quale Giorgia, Silvio e Matteo metteranno a cuocere i galletti in concorrenza.

Pensate infine al martirio e alla resurrezione del povero Andrea Greco che, rimasto nel 5S per “non tradire i suoi valori”, ha tradito il traditore Di Maio, definito “Giuda” dal tradito Grillo.

Giuseppe Tabasso365 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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