Taccuino elettorale/Molise primo test post Berlusconi tra false lacrime e sorprese

“Dedicheremo a lui la nostra vittoria”. Così Patriciello & Co, reduci    più gasati che malinconici dall’addio milanese a Berlusconi, si sono intestati con troppa fretta la loro permanenza al potere.

Quasi in contemporanea un famoso politologo ed esperto di sistemi elettorali come il prof. Roberto D’Alimonte, ascoltato da Monica Vignale e Roberta Morrone, ha parlato di “diverse variabili che potrebbero riservare sorprese” alle imminenti elezioni.

Si dice poi certo che “il voto del piccolo Molise rappresenta un test interessante, sia per l’accordo nel centrosinistra e sia perché è il primo test elettorale del post berlusconismo, utile quanto meno per vedere un eventuale effetto emozionale in un senso o nell’altro”.

Riecco dunque il Molise che, come nel 2018, si trova al centro della ribalta nazionale all’indomani del terremoto che, con la morte di Berlusconi, si è abbattuto sulla maggioranza di Governo e sulla stessa Forza Italia. Un partito troppo personale che secondo molti, compreso D’Alimonte, è ormai destinato a una diaspora abbastanza prossima.

Dunque, con i risultati davvero disastrosi della morente legislatura e con un pezzo di destra in via di decomposizione, non si può escludere la “sorpresa” di una vittoria della sinistra che, col vento di destra che soffia, farebbe del piccolo Molise la fata morgana delle speranze progressiste.

Sul risultato finale peserà tuttavia non solo l’elemento emotivo, che assolverebbe i disastri della coalizione uscente, ma anche la tenuta della compattezza e coesione degli schieramenti.

Qui però c’è una nota dolente. E’ stranoto infatti che il Governo Toma ha vissuto al suo interno molti screzi e tanto fuoco amico, ma sappiamo anche che, quando c’è da sottoporsi al giudizio degli elettori, i fratelli coltelli che si sbranavano ogni santo giorno, riescono ad esibirsi come un affiatato gruppo di amorevoli congiunti, come sono dipinti dai soverchianti mezzi mediatici di loro proprietà.

Al contrario della coalizione avversaria che non gode di soccorsi mediatici, ma che non è nemmeno capace di inscenare una commedia del “volemose bene”. E questo potrebbe influenzare sulla sorpresa ipotizzata da D’Alimonte.

Giuseppe Tabasso336 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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