La villeggiatura invece del turismo «mordi e fuggi»
di Francesco Manfredi-Selvaggi
Oggi si punta molto su nuove forme di turismo, da quello escursionistico magari legato alle piste tratturali, a quello in bicicletta, la nuova pista ciclabile costiera, a quella della visita alle “città d’arte”, qui da noi piuttosto monumenti isolati in campagna e così via mentre viene messo in secondo piano quello tradizionale della villeggiatura che permane solo nelle località balneari (Ph. F. Morgillo-Veduta di Colledanchise)
L’unico Parco Letterario presente nel Molise è quello dedicato al romanzo Le Terre del Sacramento. L’oggetto di questo riconoscimento è un libro, neanche l’intera produzione letteraria dell’autore, Francesco Jovine, anche se, in effetti, le iniziative promozionali in corso coinvolgono non solo Guardialfiera nel cui territorio è ambientata la narrazione, ma pure altri comuni quali Agnone, Salcito, ecc. che sono in relazione con la maturazione culturale dello scrittore. Non c’è nessun vincolo nello statuto della Fondazione Ippolito Nievo detentrice del marchio “Parco Letterario” che si debba trattare di un singolo volume che lo abbia come oggetto del lavoro letterario per poter permettere a un comprensorio di aspirare a essere inserito nella lista di simili Parchi.
In verità neanche un unico romanziere come dimostra il Parco Letterario del Vesuvio il quale è centrato sull’intera letteratura che si è occupata di questa montagna mitica. Siamo al punto, sul modello del Parco Letterario vesuviano si ritiene che sia ipotizzabile la creazione di un Parco Letterario incentrato sul tratturo, non più, l’idea ventilata in precedenza, solamente sul testo di Franco Ciampitti dal titolo Il Tratturo il quale pur essendo un lavoro di grande valore non ha avuto la stessa risonanza a livello nazionale de Le Terre del Sacramento. In definitiva, è necessaria una rimodulazione della proposta di candidatura, peraltro appena accennata, del passato e puntare sulla costituzione di un Parco che abbia quale contenuto l’insieme delle opere ispirate alle piste tratturali.
È da includere accanto agli scritti dei romanzieri e novellisti pure quelli dei poeti. Se si estende ulteriormente l’orizzonte, al fine di rendere completo il quadro di come il tratturo abbia inciso sul mondo della cultura, occorre ricomprendere nel dossier della candidatura anche altre forme di espressione artistica accanto a quella della scrittura, dalla fotografia alla pittura. Si è convinti che ciò sia in linea con lo spirito del Parco Letterario a meno di voler intendere la letteratura come qualcosa di settoriale, non comunicante con le altre arti. Un Parco Letterario ha quale finalità intrinseca quella di mettere in luce la civiltà di un luogo attraverso lo strumento della scrittura, ma indirettamente è un mezzo di promozione del turismo culturale, uno dei diversi segmenti del flusso turistico che investe con numeri crescenti la nostra regione, da quello balneare a quello montano, da quello escursionistico a quello gastronomico e così via.
Essi, di certo, non si sostituiscono bensì si aggiungono, riuscendo spesso ad integrarsi con la forma più antica di turismo presente qui da noi, quella della villeggiatura. Quest’ultima rientrando nel turismo famigliare ha quale supporto le “seconde case” e così negli angoli più belli di questa terra sono state realizzate numerose lottizzazioni in area rurale con alloggi che godono delle incantevoli visioni del Matese e delle Mainarde le quali, a causa del loro ingombro visivo, piuttosto che valorizzare tali territori ne hanno provocato un certo degrado; per fortuna che nessuno si è sognato di costruire a Matrice residences con vista su S. Maria della Strada! Tra le tipologie di visitatori elencate sopra non si sono inseriti, in quanto “gli ultimi arrivati”, gli amanti della bici i quali sono destinati ad aumentare con l’approntamento della pista ciclabile lungo la costa.
Appunto lungo la costa perché una consistente percentuale di appassionati della bicicletta è immaginabile apprezzi i percorsi pianeggianti e il litorale nella fascia adriatica è prevalentemente in piano. È da dire che la piattezza è un fattore attrattivo di insediamenti abitativi, di industrie, di primarie infrastrutture di comunicazione, un coacervo di fatti antropici ai quali ora si aggiunge pure la ciclabile, un autentico affollamento con alcuni elementi della rete insediativa in contrasto fra loro. La ciclovia, dal confine con l’Abruzzo fino a Termoli passa accanto a “villaggi” marini, la Marina, non a caso, di Montenero di Bisaccia alla zona attrezzata anche con strutture ricettive e ristorative per la balneazione di Petacciato Scalo per raggiungere il Litorale Nord di Termoli con la sua serie ininterrotta di lidi.
L’edificazione, lo si è detto, è un fenomeno inevitabile nei comprensori pianeggianti, non si può avere tutta la pista in piano senza fabbricati al contorno, per fortuna che la cortina edilizia è inframezzata da estese pinete e cordoni dunali intatti che compensano con la loro bellezza il fastidio, in riguardo alla percettività, prodotto dalle strutture in cemento. La condizione morfologica favorevole, il suolo pressoché piatto, prosegue anche a sud della cittadina costiera molisana. Qui il tragitto si sposta dalla costiera arretrando, di poco, verso l’interno e ciò perché non sarebbe affatto simpatico andare a pedali a fianco della linea ferroviaria la quale in questo tratto si affianca addirittura alla battigia.
La pista in questione non è che uno dei grandi itinerari che solcano la Penisola da fare in bici, quella di cui si è appena parlato, o a piedi, i vari Cammini. In Italia, in Spagna già vi era il Cammino di Santiago, il primo che fa la sua comparsa è il segmento italiano della Via Francigena. Siamo nei primissimi anni ’80 e al tratto nazionale del “trekking” fra l’Inghilterra e Roma hanno fatto seguito molti altri trail il più rilevante dei quali è la Via Micaelica che interessa pure l’ambito territoriale nostrano.
Francesco Manfredi Selvaggi627 Posts
Nato a Boiano (CB) nel 1956. Ha conseguito la Maturità Classica a Campobasso e poi la laurea in Architettura a Napoli nel 1980. Presso la medesima Università ha conseguito il Diploma di Perfezionamento in Storia dell’Arte Medievale e Moderna e il Diploma di Perfezionamento in Restauro dei Monumenti. È abilitato all’esercizio della professione di Architetto e all’insegnamento di Storia dell’Arte nei licei e Educazione Tecnica nelle scuole medie. Dal 1997 è Dirigente, con l’attribuzione di responsabilità nei servizi Beni Ambientali (19 anni), Protezione Civile, Urbanistica, Sismica, Ambiente. Ha avuto un ruolo attivo in associazioni ambientaliste quali Legambiente Molise, Italia Nostra sezione di Campobasso e Club Alpino Italiano Delegazione del Molise. Ha insegnato all’Università della Terza Età del Molise ed è stato membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Campobasso, occupandosi all’interno dello stesso del progetto di Archivio dell’Architettura Contemporanea. È Giornalista Pubblicista e autore di articoli, saggi e del volume La Formazione Urbanistica di Campobasso. Le ultime pubblicazioni sono: «Le Politiche Ambientali nel Molise» (2011) e «Problemi di tutela ambientale in Molise» del 2014.
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