Da Teleiorio a Telebarbie. Apostolato, trascendenza e glamour di un’emittente TV

Pare che molti decidano per chi (o contro chi) votare pochi giorni prima di andare alle urne e che la loro unica fonte d’informazione sia – vien da piangere – la televisione. Ho tentato perciò di vedere come si muove nella mia regione una delle più note emittenti commerciali: Telemolise.

Seguire i suoi TG è un’esperienza mediatica da segnalare a studiosi di metodologie propagandistiche e a cultori di deontologia giornalistica. L’emittente molisana ha infatti un format introduttivo e seduttivo che ruota principalmente intorno al glamour fashonista di una sgargiante Barbie, anchorwoman che si rivolge all’audience come se la invitasse a una sfilata di moda. Sia chiaro, a scanso di accuse sessiste, che essere Barbie è solo una notazione estetica che non toglie nulla, anzi esalta quell’appeal da piazzista di notizie che manca agli anchormen (il collega Di Tota non me ne voglia). Un appeal che a lei consente di bucare lo schermo conferendo luccicori mondani su ciò che accade tra il Trigno e il Fortore. Il problema è che per Sua Emittenza su quel che accade prevale ciò che lei vorrebbe vi accadesse.

Che, deontologicamente parlando, non è come fare il “cane da guardia della pubblica opinione”. “Telebarbie” svolge infatti questa mission in due tempi: nel primo viene appunto spiegato cosa non accade per realizzare il Barbie-pensiero, compito affidato ai suoi bravi commentatori; in subordine si fa poi sapere cosa accade davvero in Molise grazie ai suoi bravi cronisti.  Il tutto ispirato a una filosofia che postula la Trascendenza e il Primato del Desiderio sulla banalità del Presente (cioè della cronaca). Siamo dunque dinanzi a una forma apostolica di giornalismo che ribalta la cosiddetta “agenda setting”, classico metodo che gerarchizza notizie e servizi secondo parametri d’importanza. Fin dai tempi in cui era volgarmente, ma non impropriamente, chiamata Teleiorio, l’emittente fa di questo parametro un apostolato: essere sempre e comunque nemica dei nemici dei suoi amici (e familiari).

Conclusione: non si può escludere che questa mission in tacco 12 possa fare da piffero al demenziale nazional-populismo e alla grullaggine salvinista che avvelena il Molise. Lo sapremo lunedì prossimo. E sai che risate se, dopo Razzi e Scilipoti, al Parlamento della Repubblica – non al Consiglio comunale di un paesello – andrà tale Aida Romagnuolo.

Postilla. In questi giorni fiocca su Telebarbie una benedetta manna pubblicitaria a base di “spot elettorali a pagamento”. Spot pagati anche da candidati nemici degli amici di Barbie. I quali non devono essersi posto il famoso dilemma di Nanni Moretti (“mi si nota di più se ci vado o se non ci vado?”). Di sicuro il non andarci era una decisione a costo zero e perfino più saggia, ma se poi s’incappa in rappresaglie mediatiche? Le Barbie non sono tutto glamour.

Giuseppe Tabasso351 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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