Salvini, tu vuò fa’ l’americano

di Catello Masullo

Il mitico Renato Carosone, avesse scritto oggi la celeberrima canzone “Tu vuò fa’ l’americano”, l’avrebbe probabilmente dedicata a Matteo Salvini. L’esponente politico più popolare del momento. Perché Salvini al modello americano, di tutta evidenza, si ispira con le sue proposte in materia di facilitazione alla concessione del porto d’armi individuale e di chiusura a catenaccio alla immigrazione.

Comincio dalle armi da fuoco. Salvini vorrebbe che in ogni casa ce ne fosse una, e che si possa impunemente sparare a chiunque volesse entrarvi senza autorizzazione. Come negli USA. Il paese che ha il record dei record : solo il 5% della popolazione mondiale che detiene il 40% delle armi da fuoco di tutto il globo. Numeri significativi. Le cui conseguenze sono davanti agli occhi di tutti. Negli Usa non passa settimana che non si registri una strage realizzata con armi automatiche che si acquistano al supermercato, come lo yogurt. Realizzata uno studente, perché i compagni di scuola lo deridono. Oppure da un artigiano, perché il giornale locale scrive un articolo su di lui, che non gradisce. Un paese in cui il vicino di casa ti spara se gli mandi le foglie secche nel prato. Un paese in cui la polizia prima ti spara e poi ti chiede come ti chiami. Vi piace un paese così ?…

A me no. Io mi sentirei molto più sicuro in un paese in cui le armi da fuoco siano severamente vietate a tutti, tranne che alle forze armate ed a quelle di polizia. Ed anzi, sono profondamente nostalgico del modello di polizia del “Bobby” inglese, armato solo di fischietto e manganello. Autorevole e rispettato da tutti. Anche dai delinquenti abituali. Nessuno dei quali si azzardava a sparare loro.

Possedere un’arma da fuoco è il miglior modo di passare guai seri. Se un ladro ti entra in casa, e sa che se lo scopri gli puoi sparare, con alta probabilità, appena ti vede, ti spara prima lui. Nove su dieci spara meglio di te. E se, invece, per caso, riesci a sparagli prima tu, passerai una vita di inferno tra tribunali ed avvocati. In uno straordinario western crepuscolare, “Gli Spietati” (Unforgiven), del ’92 (4 Oscar), Clint Eastwood, regista e protagonista, ammonisce un suo compagno di ammazzamenti, sulla gravità del gesto che stanno per compiere : “Uccidere un uomo significa togliergli tutto quello che ha e quello che è”. D’altra parte anche Woody Allen in « Amore e guerra » , del 1975, avvertiva : “Mai uccidere un uomo se questo comporta togliergli la vita.”. E, un po’ più seriamente, da far riflettere, Roberto Benigni : “Chi uccide, uccide sé stesso. E il peggiore è chi permette che si uccida”. (I Dieci Comandamenti, Rai Uno, 2014).

Quindi, secondo me, per stare lontano dai guai, non date retta a Salvini, e non comprate mai una pistola. Veniamo alla immigrazione, tema caldissimo del momento. Salvini, sul modello Americano Trumpiano, chiude tutti i porti. Dichiara guerra alla immigrazione. Chiude le frontiere a doppia mandata. E inneggia alla “vittoria” italiana all’ultimo summit europeo. Nel quale il premier Conte ha posto il veto (sbandierato come fosse la prima volta, mentre l’Italia, nei decenni passati, ha posto il veto decine di volte, senza clamore e senza fanfare, come fanno, d’altra parte, spesso e volentieri, tutti i paesi europei). E vediamoli un po’ i “grandi successi” conseguiti dal governo italiano:

1. gli accordi di Dublino restano come sono (sono gli accordi che impongono che il profugo debba restare o essere ricondotto nel paese dove è entrato in Europa : che affarone per i paesi di frontiera come il nostro! Dove era Salvini quando il Governo Berlusconi/Lega lo approvò ?);
2. i posti di accoglienza saranno realizzati solo su base volontaria (Macron, il meno ipocrita di tutti, ha già anticipato : “In Francia mai !”), quindi non li farà nessuno;
3. la Germania della Merkel, per evitare la crisi di governo minacciata dal “Salvini” tedesco (ognuno ha il suo…) vota una risoluzione che rispedisce al mittente i profughi che dovessero arrivare in Germania, e l’Austria subito si accoda.

Dove stanno, quindi, questi successi ? A Salvini ed a Trump forse non farebbe male ricordare che gli USA nell’ultimo secolo sono diventati la più grande e solida economia del pianeta anche grazie alle decine di milioni di profughi stranieri che sono andati in America a cercar fortuna e l’hanno, in parte, trovata. Gli Usa sono stati abilissimi ad integrare questi lavoratori. Ed a farne produttori indefessi di PIL. Provate, ad esempio, anche se non lo fa nessuno (scappando via come se il cinema si stesse incendiando…), a leggere gli interminabili titoli di coda dei film americani. Provate a leggere i cognomi delle migliaia di artisti che ci hanno lavorato. Tutti raccontano della provenienza, più o meno recente. Molti cognomi italiani. Ma anche tanti europei, asiatici, sud americani, ecc.

È chiaro che Salvini parla alla pancia della gente. È molto più facile che parlare al cervello. Nove italiani su dieci, ne sono certo, sbatterebbero fuori dal suolo italico gli extracomunitari, a pedate nelle terga. Tutti, tranne la propria colf, la propria badante, il proprio autista, il proprio idraulico. Ai quali affidiamo le cose più care e gelose che abbiamo nella vita: i nostri figli piccoli, i nostri genitori anziani, le nostre chiavi di casa. Si, perché questi extracomunitari sono una eccezione. Non sono sporchi e puzzolenti, come la (quasi) totalità degli altri. Bensì, sono bravi, grandi lavoratori, onestissimi.

Ci rendiamo conto delle nostre contraddizioni? Non sarebbe per noi più conveniente cercare i più bravi, volenterosi e talentuosi di questi disperati e metterli a produrre un po’ di PIL anche da noi ? Invece di affidarli alle varie mafiette locali che lucrano sui 35 euro al giorno per ognuno di loro presi dallo Stato, senza fargli fare nulla (o meglio sfruttandoli in nero)? Farei una scommessa.

Se proponessimo di prendere qualche migliaia di questi diseredati, con una grande voglia di lavorare, e li mettessimo al posto dei dipendenti dell’Atac, l’azienda dei trasporti pubblici di Roma, che hanno realizzato il sogno di tutti i lavoratori, la prima “settimana cortissima” di Europa, visto che se ne stanno a casa il venerdì, lasciando a piedi i romani, per uno sciopero più puntuale della uscita di casa di Immanuel Kant? Come reagirebbero la “pance” dei romani? In definitiva, Caro Salvini, tu vorrai pure fare l’americano, ma Carosone ti ricorda che sei “nato in Italì” (e non in Padania…).

Fonte: Altritaliani.net

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